Letizia Gambi è una delle interpreti e cantautrici più interessanti della scena Jazz contemporanea, capace di coniugare l’anima mediterranea con le radici afroamericane del Jazz. Dal melting Pot della musica italiana ovvero Napoli (la culla della sperimentazione, della libertà musicale ) con una formazione multidisciplinare che spazia dalla danza alla pittura, dalla recitazione al canto, ha saputo trasformare la sua identità artistica in un ponte tra culture, suoni e lingue diverse. Iniziamo dall’ascolto di questo Album dove c’è una divertentissima versione di Sweet Georgia Brown, che rende subito l’idea :
La sua vocalità è intensa , con un timbro caldo e avvolgente che può ricordare, a tratti alcune sfumature di artisti come Céu o Noa – artiste capaci di raccontare il proprio mondo interiore e culturale attraverso il canto. In altre parole è un risultato interessante della storia della vocalità Jazz e della musica leggera contemporanea, che a tratti ha momenti di belting alla Dianne Reeves, a volte e candida come i colori che ho percepito in Ada Montellanico e a volte forte ed intensa come la voce di Maria Pia de Vito…tutto questo assieme alla sua personalità! Letizia si accende quando riprende lo stile napoletano, destreggiandosi tra un timbro caldo, elegante,e pulito, ma anche audace nella sua intesità come quando serve farsi sentire. Non serve scat in questo caso. La sua è una forte identità “mediterranea” e basta a raccontare il suo mondo che crea fusione tra generi e lingue.
Il suo debutto internazionale è avvenuto grazie a quello che a noi comuni mortali suona mistico, e cioè l’incontro con il batterista e produttore Lenny White (Chick Corea, Stanley Clarke), che ha prodotto il suo primo album Introducing Letizia Gambi (2012), con ospiti del calibro di Ron Carter e Gato Barbieri. Lo trovate qui: https://open.spotify.com/intl-it/album/2IGrRTFPDQRHIjDFYmWeWC?si=z84wdyb4T1ym3AHETAerog
Il secondo lavoro, Blue Monday (2016),lo trovate qui: https://youtu.be/E97q-81cFMc?si=57HmT52n-TDgfZ2X e noterete dalla varietà dei titoli dei brani come possa essere esuberante la sua idea di musica. Letizia, prosegue poi esplorando brani originali di cui è autrice, e canzoni italiane e napoletane reinterpretate con gusto contemporaneo, anche lavorando su adattamenti linguistici ben studiati e interessanti: sentite queste versioni in inglese di Tu di na Cosa Grande https://www.youtube.com/watch?v=d1Y10nnhrWU o di E Penso a Te, del nostro caro Battisti eseguito al Blue note https://www.youtube.com/watch?v=1XEEaMhU6r4
Non è un’impresa facile, considerando la musicalità e la metrica della nostra lingua, ma Letizia riesce a renderla fluida e naturale, dimostrando che il jazz può parlare anche italiano senza perdere il groove, sentite questo Munasterio E’Santa Chiara mixed con In a sentimental moodhttps://open.spotify.com/intl-it/track/1ZxDCdOXC97BplZkFyVaIY
Nonostante una perdita improvvisa dell’udito all’orecchio destro nel 2009, ha continuato con determinazione la sua carriera, esibendosi in festival internazionali e fondando nel 2018 il progetto “Letizia Gambi in 3D”, un ensemble tutto al femminile volto a valorizzare le musiciste donne nel jazz.
Il suo percorso resta in pieno fermento creativo, quest’estate è dedicata alla realizzazione del prossimo lavoro (sarà in studio di registrazione a New York).
Infine, Letizia Gambi è una voce da approfondire: colta, sincera e capace di raccontare storie attraverso mondi diversi – dal Vesuvio a New York…da Partenope a Miami – sempre con eleganza e passione, da ascoltare con un buon bicchiere di vino, rilassandosi dopo una nevrotica giornata di lavoro.
Eleonora D’Ettole, una delle voci più interessanti conosciute a Milano,è energia,abnegazione,intensità. E’una cantante con una lunga formazione e carriera nel canto e nella didattica. Pensate che inizia i suoi studi nel 1988 a Londra presso la Guildhall School of Music and Drama con insegnanti come Norma Winstone e Scott Stroman…(E si sente)! Prosegue la formazione con Roberta Gambarini e anche con cantanti lirici, tra cui Flavia Vallega e Nino Tagliareni,Liliana Oliveri. Frequenta la Scuola Civica di Jazz di Milano (1993–1995), un corso di Musica Popolare ad Alessandria, e consegue due lauree in Jazz: una a Torino (2008) e una a Milano (2012). E tutto cio’dovrebbe farvi capire che qualità ha la sua tecnica e anche che parliamo di totale dedizione all’universo Voce!
Dalla sua ricca biografia scopro anche che ha partecipato a numerosi seminari con grandi nomi del Jazz come Norma Winstone, Bob Stoloff, Mark Murphy, Nancy King, Maria Pia De Vito, Diana Torto, Giorgio Gaslini, Sheila Jordan, Michèle Hendricks, Rhiannon, Jay Clayton (vi rendete conto?!?!) esplorando anche la musica brasiliana e la sperimentazione vocale. Questo ha reso ancora più raffinato il suo linguaggio, e lo si sente anche nell’ improvvisazione, dove il suo scat appare molto naturale,divertente ed energetico. La sua attività artistica spazia dal Latin Jazz alla musica Contemporanea e Popolare, con collaborazioni prestigiose con musicisti italiani e internazionali come Franco Cerri, Renato Sellani, Gianni Basso, Andrea Dulbecco, Gabriele Mirabassi e molti altri. E tutto questo non poteva che avere dei riconoscimenti, 4 nomination come artista emergente: 2 come formazione dell’anno (con Sellani e Ricci); è stata semifinalista al concorso “W il Jazz” (1998) e finalista con borsa di studio al “Premio Massimo Urbani” (2002). Nello stesso anno ha ricevuto sei nomination al Top Jazz di Musica Jazz come artista emergente e formazione dell’anno. Nel 2004 le è stato conferito il premio “Donna in Jazz” dall’Associazione Calata Sbarbaro di Savona.
Nel corso della sua carriera, ha collaborato con numerosi musicisti italiani e internazionali di rilievo. In pratica non si è fermata mai: ha calcato palcoscenici prestigiosi, tra cui il Teatro dei Filodrammatici e il Teatro Sociale di Como,si è esibita nei principali Jazz club italiani, e in Jazz Festival come quelli a Gubbio, Moncalieri, Valtidone, partecipando anche a tournée in Cina, Sud America ed Europa. Ed era lei che c’era nell’organizzazione di-Vociferando-Concerto &Jam Session per cantanti a Milano di successo. Vi ricordate ve ne avevo parlato nella recensione su Daniela Panetta
In ambito discografico ha collaborato a numerosi progetti, tra cui album con John Stowell, Massimo Colombo e Giulio Visibelli, oltre al suo disco “Straight to the heart” con Renato Sellani, https://www.abeatrecords.com/music/shop/straight-to-the-heart/con cui ha una lunga collaborazione.
Uno dei suoi progetti più noti dove esplora il repertorio di standard Jazz classico,è l’album Believe in Spring (2014), è registrato con Renato Sellani, Marco Antonio Ricci, Stefano Bagnoli, è edito dalla prestigiosa etichetta ABeat. In questo lavoro trovate delle chicche, gli arrangiamenti interessanti,originali, ed emozionanti. Ha anche lavorato con artisti come Sante Palumbo, Franco Cerri, Riccardo Bianchi e Paolo Alderighi, e recentemente con Roberto Porroni in progetti sulla musica brasiliana e greca. Ma andiamo ad ascoltare?!! Io qua,scopro che i progetti discografici di Eleonora partono dal 2002; si nota che c’è davvero tanta ricerca del materiale e di cosa si vuole andare a costruire, a comunicare…insomma c’è voglia di provare, sperimentare, esprimere liberamente! Dal suo disco “Believe in Spring” del 2014, (https://www.youtube.com/watch?v=aLkkzCC6lf0) con un buon intro al disco del maestro Sellani tutto da ascoltare rigorosamente in silenzio e sdraiati…ma,ascoltiamo la brillante versione di Joyspring https://www.youtube.com/watch?v=UoYNmgRD9XA L’esecuzione si apre con una sezione di scat molto divertente, su swing, in dialogo diretto con le percussioni, prima dell’ingresso del basso. Non c’è il pianoforte in questo brano,attenti: la voce si inserisce nel groove con leggerezza, mantenendo un buon controllo dei volumi e della dinamica. Si apprezza l’uso consapevole della “voce sporca” per aggiungere colore e carattere all’improvvisazione. L’intonazione è stabile, il ritmo ben sostenuto e il gioco tra voce e strumenti crea un’interazione efficace. Un’interpretazione viva, che riesce a fondere tecnica e personalità. E che dire di questa Do you know what it means to miss New Orleans https://music.youtube.com/watch?v=PfJ2q8jzjBU&si=KRC3C3Lt0Zb8qohH in questo brano dal buon groove swing ci si puo’immaginare quanto possa mancare la bella New Orleans, nel testo tutte le immagini ( che a me viene da accostare alla mia città natale )e tramite il suo canto anche noi proviamo quella sana nostalgia, una dolce-amarezza, quello swing che ci fa accettare dove ci troviamo andando avanti con quello che si ha.
Ma ho anche trovato altrove una bella versione di Honeysuckle Rose https://www.youtube.com/watch?v=88xb_FIZ70E brano che scorre con un buon senso dello swing e una vocalità ben integrata nell’ensemble. Nello scat, (dal min 6:20) Eleonora mostra padronanza del linguaggio: i suoni sono ben proiettati, intonati benissimo anche in velocità (io mi gaso per queste cose, scusate!) e il vibrato è usato con misura e giusta intensità, senza esagerare. Dimostra familiarità con l’intento del brano che deve sempre essere giocoso ma anche tenero e dolciastro, mantenendo coerenza ritmica e melodica. La performance è godibile con un senso di fraseggio fluido e naturale.
Tra quelli che io chiamo standard Italiani, abbiamo qui Tu Si Na Cosa Grande https://www.eleonoradettole.it/video/tu-si-na-cosa-grande-2/ In questa intensa rilettura del celebre brano di Modugno, Eleonora si affida a un dialogo intimo e raffinato con il pianoforte. Il pianista accompagna con sensibilità, arricchendo l’armonia e seguendo con attenzione ogni sfumatura vocale, in un vero e proprio scambio espressivo. La voce di D’Ettole è curata, misurata nelle dinamiche e nell’intensità, capace di evocare lo struggimento e la malinconia tipici della canzone. Alterna momenti di delicata commozione a passaggi più intensi e potenti, mantenendo sempre un tono caldo e coinvolgente. L’estensione vocale è ampia e ben gestita, con passaggi fluidi dal piano al forte che confermano una solida maturità interpretativa…e la poesia del testo tocca anche i cuori più insensibili!
Sapete quanto ami Somewhere Over the Rainbow, vero? E poi c’è questa piccola perla: Moon River. E’un live e so che l’audio non è “da studio”, ma vi invito davvero a fermarvi un momento e ascoltare. Queste due ballad, tra le più celebri di sempre, possono facilmente scivolare nella prevedibilità o nella retorica. Ma Eleonora D’Ettole dimostra di saperle interpretare con delicatezza e autenticità, creando un’atmosfera intima, luminosa e carica di speranza. Anche con un accompagnamento essenziale – chitarra e basso – riesce a dare corpo e profondità al brano, senza mai appesantirlo. Il controllo vocale è saldo, l’intonazione precisa e il fraseggio espressivo: ogni nota sembra cercata e vissuta. La voce, impostata con cura, si muove con naturalezza anche nelle profondità del registro, mantenendo una linea calda e avvolgente. L’estensione è ampia e ben gestita, mentre la pronuncia inglese è chiara e rispettosa del testo, contribuendo a trasmetterne con efficacia il significato. Dal punto di vista espressivo, colpisce la tenerezza sincera e la profondità emotiva che emergono in entrambe le interpretazioni. Le dinamiche, ben costruite, amplificano i contrasti emotivi del testo, e il tempo – lievemente rubato in alcuni passaggi – contribuisce a una sensazione di sospensione e sogno.
Per gli amanti della voce come vero e proprio strumento, capace di adattarsi con naturalezza a linguaggi diversi, questa interpretazione di musica sacra offre una prova sorprendente della versatilità di Eleonora D’Ettole. Lo Stabat Mater – Salve Regina, tratto dall’album Stabat Mater in cinque movimenti per quintetto di Gennaro Luini, rivela una dimensione inedita della sua vocalità, al di fuori del consueto repertorio jazzistico. La voce di Eleonora si fa drammaticamente limpida, avvolgente e intensa, sostenendo con controllo espressivo la tensione emotiva del brano. Il tono è sempre pulito e mai forzato, anche nelle ardite escursioni melodiche: la sua estensione, quasi spericolata in certi passaggi, è affrontata con leggerezza e profondità, contribuendo a un senso di sospensione e sacralità. L’interpretazione trascina l’ascoltatore in una dimensione quasi spirituale, toccando corde intime con una padronanza vocale e una sensibilità interpretativa davvero rare.
Avendo una grande talento nell’ascolto e nella trasmissione del linguaggio jazz; tecnica vocale e stilistica, scat,vocalese, ha sempre lavorato come insegnante e educatrice avendo una ricca carriera tra scuole private e conservatori, infine attualmente è docente di Canto Jazz del Corso di Laurea in Jazz presso il Conservatorio di Brescia.
Vabbè… dopo questa breve panoramica sapete che dovete fare? Diffondere questa “lieta novella”cioè recensione…. e restate aggiornati tramite i suoi canali social e appena fa un nuovo concerto dal vivo si va a sentirla, sapete com’è… le coccole non bastano mai!
Vedi che di Soul in Italia si vive? E ripetiamolo ancora una volta, non c’è solo Giorgia!
Michela Gazzolo – o Micky G., come a volte si fa chiamare – è una voce che danza tra le ombre del soul e le luci del Jazz, scivolando sul velluto del blues e brillando tra i riflessi funky. La sua musica non si ascolta soltanto: si respira, si attraversa, come un morbido viaggio in auto tra mare e colline. La sua voce danza tra RnB & Soul, ma persino house & dance, passando ovviamente dal Gospel: lavorando anche come corista con grandissimi nomi sin dagli anni 90, cioè povera me! Non ne sapevo niente: Gioventù buttata!
Ma partiamo subito dagli ascolti: parliamo del suo album Hypnotic Essence, edito da IRMA records, è uscito nel 2022 nel giorno degli innamorati, e non a caso è una carezza…elegante… lunga 11 brani. Tra inediti e riletture, ci si può sedere in poltrona e godere di versioni di standard e brani originali ben costruiti, ma soprattutto e diciamolo, finalmente, “sentiti”con l’anima! Un linguaggio che Micky ha assorbito e reso suo, e credetemi una italiana così black ne avrò sentite 3 o 4 in tutto fino ad ora… Esempi?! Ascoltate qui You go to my head riarrangiata con un intro di bimbi che cantano il brano così come è stato scritto ma poi la band attacca un solido e sognante groove funky, https://music.youtube.com/watch?v=G9TiiG9s0a8&list=OLAK5uy_ldKGq6-v3SEtjUULSUN8hm_pG3UlXBv2I e allora Micky diventa pittrice e costruisce un mondo sospeso, dove ogni nota è scelta con cura, sensualità e intensità. Sentite questa difficile versione della splendida e tristissima Angel Eyeshttps://music.youtube.com/watch?v=EICtrb3RV0c&si=spmYxwSlTg_R2pd4
Non è un nome qualsiasi: ha condiviso microfoni e magie con artisti come Aretha Franklin suo figlio Teddy Richards e Jean Michel Byron come corista. La sua voce ha superato dei bei Test ! Poi,ha fatto da eco ad artisti italiani e internazionali, passando con grazia dal soul alla dance, dal cinema alla TV. Canta storie che sembrano sogni, sin dal 1998 gli album “Reaching Up the Sky”, “Seasons of Love”1999, passando per Everybody Change” 2000 e “Stay”2009 ma trovate la lista completa di album qui https://indexmusic.it/articoli/hypnotic-essence-il-nuovo-album-di-michela-gazzolo-per-irma-records/ in altre parole ogni anno ha pubblicato un gioiellino.
Ed è proprio una di quelle voci che misteriosamente quando canta, anche il tempo rallenta… ascoltate questa You will never know https://music.youtube.com/watch?v=DAyQWWTbywA&si=Jcl29bdR_VBwmoFt non sentite un retro gusto di di Billie Holiday un po’ misto a Macy Gray ?
E questa gestione della metrica delle parole, insomma le sue interpretazioni sicuramente sono influenzate anche dalla sua vita alternativa da attrice. Ho scoperto infatti che ha sperimentato “la forza delle parole, del silenzio e del respiro”con il teatro, guidata da maestri come Fersen, Scaparro e Albertazzi. Ma è con il canto che ha trovato casa: una casa fatta di palchi, luci, studi di registrazioni, attività da corista e incontri….e poi dall’Italia agli Stati Uniti, è volata in solo con la sua band “Da Face“, ha portato il cuore in viaggio, accompagnata da suoni neo soul e atmosfere funky ben dosate da musicisti di talento e di qualità. E non è scontato!
Ascoltate questo brano originale di cui c’è un video, il brano principale dell’album. Ha proprio un buon groove e che con la delicatezza del suo fraseggio ti fa dimenticare cosa stavi facendo- My oh My https://www.youtube.com/watch?v=_eCQQKM1Ztg
E’capace di passare da suoni leggeri, caldi… a belting Notes potenti e vigorose a sfogare quel dolore, quel desiderio, quella fame che il blues sa raccontare ed esorcizzare molto bene: e non è tutto…ascoltate qui la bellissima You don’t know what love is https://music.youtube.com/watch?v=X7htdQfKzk4&si=fMmk-984uE1Gv8mJ sentite come dialogano lei e il sax ?
Insomma per concludere,Hypnotic Essence, è un invito ad ascoltare con il cuore. Perché Micky non interpreta: incanta. E se viene in una delle vostre città, andate ad ascoltarla subito! —- Qui trovate il link per l’album intero via youtube https://music.youtube.com/playlist?list=OLAK5uy_ldKGq6-v3SEtjUULSUN8hm_pG3UlXBv2I E lo trovate anche disponibile su :
Avete presente la bellezza e la varietà del territorio sardo? Le sue meraviglie, antiche e nuove? Un paesaggio così diversificato e dai contrasti forti che tenta disperato di restare puro? La discografia di oggi detta ancora categorie troppo strette per essere prese in considerazione. Il mercato procede nel suo torpore generale. Ma ci sono artisti che vanno avanti e tirano fuori quello che è davvero moderno e cioè se stessi con tutti i contrasti del caso. In altre parole,qui siamo un po’lontani dallo solito Jazz-swing- contemporaneo; diciamo che qui si può parlare di Musica Contemporanea e sperimentale, dove il Jazz è la base ma in questa lingua qui si presenta di tutto: suoni provenienti dalla folk sardo, dalla vita personale di Daniela che usa il dialetto, e poi una lingua inventata, composta da frammenti di gallurese, italiano e fonemi creati ex novo…e poi l’elettronica si incontrano e si muovono assieme, generando orizzonti e atmosfere meravigliose.
LIVE Daniela Pes @OGRTorino Ascoltate come tutto l’arrangiamento parte dal basso, dalla semplicità, da suoni molto bassi e sale https://www.youtube.com/watch?v=TtA_yHrVDC4 Qui partiamo in un viaggio nuovo, tutto da scoprire, con ogni brano, un paesaggio emotivo nuovo, sempre parte di un racconto però, che supera questo tempo.
Qui si fanno i conti con il presente, un presente multilinguistico, multi culturale, multi-personale, multi-anima-…multi e basta.
Dalla Biografia scopriamo che: Daniela Pes classe ’92, nata a Ozieri, ha sempre giocato con la musica sin da piccola pensate da quando aveva tre anni…poi ha studiato da autodidatta e si è messa in riga con gli studi, ha conseguito una laurea in Canto Jazz con il massimo dei voti e la lode presso il Conservatorio Luigi Canepa di Sassari nel 2017. La sua tesi era incentrata su Ella Fitzgerald. Inoltre, ha ricevuto una borsa di studio per i Seminari Estivi di Nuoro Jazz, diretti da Paolo Fresu, che le ha permesso di esibirsi a Time in Jazz e all’Harp Festival di Rio de Janeiro.
Sentite questa Close to youhttps://www.youtube.com/watch?v=5ApX_2zLV2U qui si stava per laureare ed era già chiaro dove stesse andando e con quale tenacia e arroganza positiva.
Ed oggi presenta dei progetti attuali: mistico, onirico,vero e se posso dire attraverso una palette di suoni che attinge dappertutto. Neanche riesco a creare un elenco completo di quello che percepisco, tra soluzioni metriche o ritmiche, poi gli arrangiamenti,le armonie così pure,che non cercano artefatti, i suoi discorsi scorrono spontanei, giusti. Ed è proprio quello che sentiamo dentro. Lei tira fuori “Noi” , ci sentiamo colpiti, ci mette davanti alle nostre emozioni reali. Per quanto oscure possano essere…
Ecco ascoltate questo disco che io ho trovato illuminante Spira (2023)https://youtu.be/MszWj039ZvA?si=LfR7LbFvE6B–6-4 che è l’album d’esordio della cantautrice: Ci troviamo davanti un’opera che sfida le convenzioni musicali. Pubblicato il 14 aprile 2023 da Tanca Records, etichetta fondata da Iosonouncane, che ne cura anche la produzione, Spira si è aggiudicato il Premio Tenco come Migliore Opera Prima del 2023
La voce di Daniela è onesta: un richiamo, un lamento… e poi una luce, una carezza nella disperazione.Per quanto doloroso questo mondo raccontato nei diversi brani dell’album, ci ritroviamo al sicuro nel colore del suo timbro caldo, intenso, autentico. Sì, le mie amiche cantanti diranno vabbè, ma questo strascicarsi e trascinarsi, toccare i suoni con questa leggera sofferenza, sporcarli… è così simile al canto sentito oggi in generi pop,o indie e rock, ma Daniela dentro ha molto altro: vediamo il contesto in cui questi suoni sono usati, e l’insieme, le parole che usa e come! Ed ecco allora un quadro strabiliante, unico,che sa di nuovo!
La musica si allontana da quel che va di “moda”oggi,ma allo stesso ingloba suoni… e Daniela racconta la sua storia. – Potrete dire in certi momenti…ma si, è simile ad Elisa anzi no…Bjork, Aurora? No,no…c’è un po’del canto tradizionale sardo…quella lì,come si chiama? Eh, oh!! Si chiama Daniela Pes e questo suo mondo è unico e originale: va ascoltato per capirlo!
Soprano intenso, leggero, spericolata direttamente dalla Sicilia, Daniela Spalletta si avvicina alla musica fin da bambina “Perchè da piccola aveva sempre voglia di cantare” e inizia a studiare canto a 14 anni. E prosegue contemporaneamente all’università con il corso di Canto Lirico presso l’Istituto Musicale “V. Bellini” di Caltanissetta. Ma Daniela da come si puo’ ascoltare nei suoi concerti,non ha solo la preparazione della “musica classica”ma una vera ossessione per il canto e le sue verità, dall’estrosità del gioco barocco alla sacralità di canti antichi; tutto rientra nelle sue corde…le piace il concetto di esplorare, giocare con quel suo bellissimo strumento che glielo consente benissimo! Che poesia! Ascoltate qui: https://www.youtube.com/watch?v=AVq_Z5UuGgQ
Ma se vogliamo sentire l’arte dello scat questa collaborazione ci da molto materiale per gasarci: in pratica una lezione di musicalità D Birth (feat. Urban Fabula) https://youtu.be/uklYgAHpHXw?si=g7cVAu0fvcZ6gPvf
Successivamente, si laurea in Canto Jazz con il massimo dei voti, Menzione e Bacio Accademico presso il Conservatorio “V. Bellini” di Palermo. Ma è attenta a tutto,blues,soul, pop, rock, folk…insomma tutto quello che la emoziona, e le comunica qualcosa che anche lei deve comunicare. Nella sua bio si legge che: “Ha studiato con importanti musicisti come Giovanni Mazzarino, Rosalba Bentivoglio e Vito Giordano, partecipando anche a seminari con artisti del calibro di Steve Swallow e Maria Pia De Vito.” E queste esperienze si sentono tutte, sentite qui questo brano….But not for me https://youtu.be/njSkCGEuQkg?si=zVyMja2iVso76roe
Daniela ha collaborato con artisti di rilievo come Gegè Telesforo, Enrico Intra, Fabrizio Bosso, Max Ionata e Seamus Blake. Nel 2019 si è classificata al secondo posto al prestigioso “Sarah Vaughan International Jazz Vocal Competition” negli Stati Uniti.
Ecco ascoltate qui questa botta di vita: Il Mondo in Testa con Gegè Telesforo…anche noi ora abbiamo ora un mondo poliritmico in testa o no?!? E’un inno! https://www.youtube.com/watch?v=qBp4jQHTdz0
Oltre all’attività artistica, Daniela è anche docente di Canto Jazz presso diversi conservatori italiani, tra cui l’Istituto Superiore di Studi Musicali “Arturo Toscanini” di Ribera, il Conservatorio “F. Torrefranca” di Vibo Valentia e il Conservatorio “G. Tartini” di Trieste.
Daniela ha pubblicato tre album da leader:
D/Birth (2015)
Sikania (2017), con testi in lingua siciliana
Per Aspera ad Astra (2021), inserito tra i “100 Greatest Jazz Albums” dalla rivista Jazzit.
Altre info qui
Per approfondire la sua musica e i suoi progetti, il sito ufficiale: danielaspalletta.it
Paola Luffarelli è una chitarrista, compositrice e cantante brianzola, ha studiato presso il Conservatorio Luca Marenzio di Brescia ed è stata una delle pioniere e beniamine che dagli anni 90 arricchiva la vita musicale dell’area di Milano e dintorni, quando ancora si poteva suonare in giro (senza troppe paranoie economiche ) e c’erano festival e locali e ricchezza culturale viva e vegeta. Una cantante dalla voce decisa, corposa, capace di ottima estensione vocale e un tecnica rilevante. Una mente che con altre cantanti italiane Jazz dell’area milanese ( vi avevo parlato di Daniela Panetta no? leggete l’altro articolo allora!) hanno realizzato progetti interessanti che sperimentando senza paura,rendevano viva la scena musicale italiana. Paola è anche la voce dell’ensemble “Vocaland” (info ->https://www.facebook.com/PaolaLuffarelliVocal andEnsemble/?locale=it_IT La sua scrittura, il suo vivo mondo poetico incontra nel Jazz la massima libertà di espressione. In quest’album Nothing to Lose del 2014 include sia brani del Vocaland ensamble che standard che hanno accesso la fantasia e la creatività di questa incredibile compositrice che non si stanca mai di esplorare e rielaborare scrivendo poi sia in italiano che inglese. Certo alcuni brani possono risultare difficili per alcuni dei miei lettori legati al pop e alla canzone cantautoriale, quindi dicamo così, che sono abituati a composizioni armonicamente lineari… o “quasi prevedibili” come possono essere gli Standard Jazz suonati mille volte in jam session….mentre quello che di particolare fa Paola e viaggiare letteralmente nell’armonia e nei generi, nelle parole. Per esempio ecco un brano che per caso ho scoperto durante un mio viaggio in Calabria l’anno scorso, mi ha ricordato la varietà e il mistero del cielo all’orizzonte appunto l’effetto chiamato Fata Morganahttps://youtu.be/63NFM9r9u2g?si=QBag1RROr23iZE7x
Paola dice in una intervista (di Carmela Tandurella, Giugno 2015) : “Ma a mio parere oggi il Jazz è da intendersi come sintesi di generi, ricerca di un linguaggio personale e di un rapporto elastico e complementare tra improvvisazione e scrittura.” Ed è questo che voglio presentarvi con questo articolo oggi. Il Jazz come musica che mangia tutti i generi esistenti e si reinventa perchè personale. Soggettiva. Che respira e si manifesta in base al musicista. Ascoltate questa ballad Spanish Moonhttps://youtu.be/eLK9htnAO0k?si=3fZsyTegVUmHvy7L
L’album che include brani come “Spanish Moon”, “Esclusivo e necessario” e “Caravan” è un album che accende con entusiasmo la voglia di divertirsi e sognare. Ogni brano che sentirete saranno acrobazie melodiche-armoniche e ritmiche, in brani che come obiettivo hanno divertire con la varietà dell’inaspettato, quel brivido che solo il jazz con i suoi ritmi che mescolano e passano dalla bossa-nova, all’afro, al latin …e anche ammiccanti al tango regala momenti di vita travolgenti e….”Inaferrabili”https://youtu.be/Wjxu717vcbE?si=O0CyAgVK61bHgnvu.
Bando alle ciance, stasera potete rilassarvi così…un buon chai the e…la decisa voce di Paola con l’estro improvvisativo della sua band.
Simona De Rosa è una cantante Jazz italiana originaria di Napoli, nota per la sua voce raffinata e la capacità di connettersi emotivamente con il pubblico e abbracciare con la sua musica culture e paesi di tutto il mondo.
Fin da bambina, Simona ha mostrato il suo talento musicale, iniziando a suonare il pianoforte a 10 anni. Durante l’adolescenza, si è appassionata al canto, esplorando generi diversi, dal classico al pop, fino a scoprire il jazz, che sarebbe diventato la sua grande passione. Ascoltate questa versione di Arrivederci, sentite come inizia il brano con dolcezza e una voce vellutata,e poi come cresce ed esplode in fuochi di artificio di colore e energia…e la band lo sente e la segue creando un’atmosfera di totale meraviglia! https://www.youtube.com/watch?v=Sw9f5R3BnDA&list=PLi-qLYHrMlFBAzD1RIdwYrvFpfMw9yF4h&index=4&ab_channel=PasqualeRenna
Nella sua Bio leggo che dopo una laurea in Scienze Geologiche all’Università Federico II di Napoli, Simona si è trasferita a New York per approfondire gli studi musicali. Qui ha completato un Master in Jazz Performance al Queens College nel 2014 e ha conquistato il pubblico con la sua prime esibizioni nella grande mela…ove lasciatemi vantare, io c’ero! E mi ha lasciato più di una volta a bocca aperta! Negli Stati Uniti ha quindi collaborato con musicisti di fama, esibendosi in contesti prestigiosi, come il Friars Club di Manhattan, su invito dell’attore e cantante Dominic Chianese.
Un’artista internazionale Simona ha raccolto successi in tutto il mondo, partecipando a concorsi internazionali e vincendo premi prestigiosi come il Big Band Jazz Competition 2010. Nel 2013, è stata scelta per esibirsi nei “Duke Ellington’s Sacred Concerts” al Colden Auditorium di New York.
vedete qui si sente il controllo di una voce collaudata coi i repertori Jazz più difficili…Simona sa cosa vuole e come vuole comunicarla. Davvero splendidi questi toni caldi, in pianissimo, le piccole inflessioni, gli abbelimenti, una voce che si riempe dolcemente di armoniche rendendo il timbro paradisiaco.
Nel 2023, ha intrapreso un tour in Polonia, presentando il suo album “Djenub”, un tributo alle culture del Sud geografico. un link per avere una idea generale https://www.youtube.com/watch?v=RApJQVkgHiY&ab_channel=SimonaDeRosa , qui la canzone che dà il titolo al brano “Djenub” https://open.spotify.com/intl-it/track/1OGr87FLp62QbNWKro12I6 E poi ascoltate qui. Ho scelto di farvi sentire questo brano malinconico e onesto, per farvi sentire le atmosfere intense…chi di voi non si rende conto di avere un’anima stanca?
Simona ha anche vissuto a Pechino, diversi anni e qui ha avuto modo di esplorare nuove sonorità e collaborare con artisti internazionali. Trovate qui una playlist di collaborazioni oltre oceano e non solo…canta anche in cinese: e riempie di tenerezza, e colore e poi potenza questa lingua a noi sconosciuta ma se pronunciata da lei è così emozionante che non importa conoscere il significato https://www.youtube.com/watch?v=CTWvmWHl0p4&list=PLi-qLYHrMlFBAzD1RIdwYrvFpfMw9yF4h&ab_channel=DangXuanLung
Simona è anche un’educatrice appassionata, portando il suo stile unico – una fusione di belcanto e jazz moderno – in scuole e accademie sia negli USA che in Cina e Europa…pensate un po’quanto è avventurosa la nostra Simona! Daltronde per me la sua tecnica canora è ottima,non darò dettagli tecnici sul sostegno o l’appoggio ecc…ma sentirete chiaramente che la sua voce è briosa, irriverente, spericolata e anche profondamente emozionante. Esempi svariati tra i suoi album di Jazz Standard: Waves e My travel ad esempio.
Nel tempo Simona ha realizzato inoltre diverse Jazz Vocal Masterclass,nel 2023 e 2024 leggo di ulteriori importanti collaborazioni con alcune scuole in Europa, passando anche da Almaty, Kazakistan arrichendo ancora di più il suo universo sonoro.
Insomma ovunque vada questa ragazza è un vulcano di energia e buona musica. Non perdetevela se passa dalla vostra città, vi assicuro un concerto che diverte, arricchisce, e …che scaccia i pensier’!!
Per apprezzare il talento di Simona De Rosa, potete guardare una delle sue esibizioni dal vivo al Jazz at Lincoln Center:
O andare su uno dei suoi canali essendo presente anache su Simona De Rosa Spotify ricordatevi di aggiungerla alla vostra playlist personale, dalle Ballads al Uptempo è… tutta una meraviglia!
Cominciavo a rinunciarci poi finalmente una buona notizia. Esiste una Jam Session in stile newyorkese qui a Milano, proprio per le cantanti Jazz! Sia professioniste che amatoriali, studentesse e appassionate. Con gioia vi racconto che è finalmente successo, e ho potuto cantarci anche io.
Milano, con la sua diversificata e vibrante scena culturale ospita una volta al mese un evento imperdibile per chi come me è alla ricerca di voci nuove del mondo variegato del Jazz: “Vociferando- in a Jamming vocal mood”. Questo evento è uno showcase,una possibilità, un momento di condivisione per musicisti e cantanti fondamentale e necessario a mio parere… che si sviluppa come concerto e Jam session per cantanti Jazz che celebra la diversità vocale e sonora, e che attira appassionati di musica e curiosi desiderosi di esplorare l’avventuroso mondo dell’improvvisazione Jazzistica, ma non solo!
L’ultimo evento si è tenuto il 12 maggio 2024 in una delle particolarissime location informali e suggestive di Milano, Il “Rob de Matt”. L’ambiente è stato perfetto per creare un’atmosfera informale,divertente, accogliente. Le luci soffuse, il giardino e l’acustica eccellente hanno contribuito a rendere l’esperienza ancora più magica.
Le performance di “Vociferando” hanno spaziato da esibizioni di cantanti emergenti a veterane del panorama musicale. Ogni artista ha portato sul palco la propria unicità, offrendo al pubblico una vasta gamma di generi e stili vocali. Un momento saliente della serata è stata l’esibizione di Paola Luffarelli, che ha incantato tutti con una voce intensa un repertorio che viaggiava dallo swing esaltante di Pretty Eyes alle ballad più emozionanti, brani come SkyLark, Blue in green e Soaring (Lotus Blossom) di Judy Niemack. Insieme a lei tre meravigliosi musicisti quali Fabrizio Bernasconi, Marco Gamba e Alessio Pacifico.
A seguire la Jam session dove fantastiche voci del panorama milanese si sono susseguite in un gioco musicale via via sempre più difficile:da Claudia Bernath a Margherita Fossati, a Clouzot Clementi e Laura Fedele per concludere con le indimenticabili performance di Daniela Panetta ed Eleonora D’Ettole le organizzatrici dell’evento.
Queste ragazze sanno cos’ è lasciarsi andare e godere ogni istante dell’improvvisazione vocale. Spaziando nel repertorio Jazz classico, swing, bossa, latin, funky… e ravvivandolo ognuna con la sua personalità. Quale scuola di musica può essere una Jam Session. Quale momento di condivisione e comunicazione può essere una Jam Session!
L’organizzazione dell’evento è stata impeccabile, gestita da Daniela Panetta e Eleonora D’Ettole. L’accesso alla venue era ben gestito, e il personale si è dimostrato cordiale e disponibile ma si sa passare una serata al Rob de Matt è come stare in famiglia.
Il pubblico di “Vociferando” era variegato e entusiasta. L’interazione tra gli artisti e i partecipanti ha aggiunto un ulteriore livello di coinvolgimento. Gli spettatori hanno apprezzato la possibilità di avvicinarsi agli artisti durante le pause, creando un senso di comunità e condivisione. “Vociferando” si è rivelato un evento straordinario, capace di unire persone attraverso la potenza della voce e della musica. Milano, ancora una volta, si conferma una città all’avanguardia nel promuovere eventi culturali di alta qualità. Non vediamo l’ora della prossima serata del “Vociferando Jazz Collective” : il 23 Giugno e il 12 Luglio, aspettando di assistere a nuove scoperte e talenti emergenti e raccontarvi più nel dettaglio…a Presto.
Oggi è una di quelle giornate dove la sensazione di essere fuori posto e fuori tempo è devastante…così mi sono messa a cercare canzoni ed ho scoperto che si è creata una nuova categoria, le canzoni “motivazionali”. Pensate un po’ si passa dai Survivor “Eye of the tiger”, a Ligabue & Vasco, da Elisa a Joni Mitchell,al Jazz “You must believe in Spring...” sino al soul di Aretha Franklin e l’ RnB di Indie Arie, Willow (la figlia di W.Smith), Jacob Collier….ma ecco la sorpresa, ho trovato questa perla nascosta di cantante /cantautrice orgogliosamente italiana: Arimatea.
Mi stupisce scoprire che non sia americana, il suo accento inglese, il groove (live https://www.youtube.com/watch?v=h9I4TvBSDBo) è perfetto…invece scopro che è italianissima, ligure! Poi che ha vissuto in diverse città del mondo tra cui New Orleans, Cina, New York e Londra, esperienze che hanno arricchito la sua musica con una prospettiva globale.
Si può notare al primo ascolto che il suo stile fonde elementi di R&B, Soul, Pop e Jazz. Ho persino trovato una piccola chicca, una freschissima versione di A-tisket nel suo canale https://www.youtube.com/watch?v=A25ZMymfyKw per poi scoprire che nel 2006 aveva fatto un album in cui ci sono standards… Le sue influenze musicali che includono leggende come Whitney Houston,Celine Dion, Nina Simone, Ella Fitzgerald, Sarah Vaughan, Billie Holiday, Aretha Franklin, Etta James, Alicia Keys e Randy Crawford… si possono riconoscere nel suo fraseggio, nell’intenzione vocale e nelle interpretazioni, nel tocco di amarezza e insieme voglia di rivalsa che si ascolta in ogni parola. Ascoltate questo brano si chiama The Best I Canhttps://open.spotify.com/intl-it/album/3sFLCvqRzMuBA4pIdRYELE?si=_jPfY6qET8eyZxPX0w7g_w feat.con Frida Bollani Magoni C’è anche il video:https://www.youtube.com/watch?v=aCP9clY8U58
Ma torniamo alla sua storia, Arimatea che canta da quando ha iniziato a parlare…ha poi pubblicato il suo primo album nel 2006, partecipato a vari proegetti negli anni, in giro per il mondo, ed è tornata con nuovi singoli nel 2021. La sua musica è caratterizzata da melodie soul e testi introspettivi che trattano temi di resilienza, autodiscovery e amore trasformativo. C’è una potenza, una tendenza a reagire, a voler amare e una spinta alla vita nella sua musica che mi ha commosso, è ineguagliabile. Per darvi altri esempi ascoltate “I Don’t Need You” https://open.spotify.com/intl-it/track/5XWR0ms4BK5Zflecsjg4Xb?si=79e6c3e225bf476c
Nel 2021-2022, ha vinto il premio “Best Artist of the Year” dal Modern Soulful Musician Award, riconoscimento che sottolinea il suo impegno nell’uso della musica come mezzo di liberazione emotiva e crescita personale.
Il 10 maggio 2024 scopro che è uscito un nuovo singolo dal titolo Loved–I am sorrounded by love, dedicato all’amore, quell’amore che spesso dimentichiamo,che ci circonda ma che il caos quotidiano non ci fa vedere. Ci ritroviamo con la mente annebbiata e il cuore appesantito…però poi ascolti queste parole e… “The things that we long for, We dread the most, Hiding our sorrows, Turns them in ghosts…Walking through old pain Feeling that cry Allows you to let go Then pain becomes gold…I am surrounded, surrounded by love“.
Bè dalla strofa al ritornello è un crescendo liberatorio… gioia&speranza fanno capolino nel silenzio, e non è più pesantezza, ma soffice serenità che ci apre gli occhi all’amore che ci circonda: https://open.spotify.com/intl-it/track/7B0s1QxGTtn40kFQHY3sbo?si=802cae0fa8284eec ha un chè di divino no? Sembra dedicata anche a Dio.
Oggi Arimatea è anche dedita all’insegnamento del canto, al life-coaching (non avevo dubbi dato il controllo vocale che mostra quando canta,”sembra un disco”) ed ha creato una pagina dedicata all’educazione vocale, con il suo progetto educativo “True Voice” https://www.youtube.com/watch?v=JoMiYNsqMrg&list=PLdwrgp40KgQgyWBWGP8D_BFN1jysek9YO metodo rivolto a chi si sente confuso, sfiduciato e magari intimorito dal mondo della performance vocale. Arimatea dimostra di essere in grado di capire profondamente la psicologia, l’emotività dietro il canto. Anche durante i workshop di gruppo dal vivo dimostra di sostenere la persona e la sua voce come un unico. Anche le voci più problematiche e disfunzionali trovano serenità dopo una lezione con lei. Tutto quello che importa è lo studio del proprio vero suono: il suo approccio vuole portare l’allievo a sentire, capire e percepire le vere sfumature della sua voce, senza costruzioni dettate da imitazioni che spesso portano le voci a sembrare tutte uguali o artefatte. Il processo è di curare in ogni piccolo dettaglio l’ emissione vocale, dalla vocale alla postura e posizioni di testa/bocca/laringe. Ma sapete come divento tecnica se inizio…quindi vi lascio scoprire il suo metodo da qui, seguite questo link per maggiori info >https://www.youtube.com/playlist?list=PLdwrgp40KgQgyWBWGP8D_BFN1jysek9YO (da questa playlist potete avere un assaggio, e intanto apprendere soluzioni per la voce mindblowing). Poi troverete su Facebook il gruppo dedicato.
Claudia Bernath è una voce che ho scoperto grazie a una serata del 2024 di Vociferando, un progetto che nell’area di Milano, offre sempre incontri con voci interessanti, cantanti preparate e originali, mai noiose. Claudia porta con sé uno swing elegante, frizzante quando serve e dolce quando interpreta ballate. Dotata di un timbro particolare, dolce ma deciso, caldo un po’ mi ricorda Peggy Lee, ha iniziato presto a cantare, maturando lunga esperienza nei gruppi a cappella e gospel, tra cui il suo ruolo di contralto ne “The Five” dal 2008. Parallelamente, ha lavorato come vocalist e autrice di testi in studi di registrazione a Milano, contribuendo a progetti musicali e jingle pubblicitari per marchi come Nescafé, Giulietta e Fiat 500.
Claudia oggi guida il suo quartetto Jazz, che propone un repertorio eclettico: bossa nova, swing, ma anche gioielli della canzone italiana dagli anni ’40 a oggi. Vi invito ad ascoltare la sua “Cheek to Cheek” (https://www.youtube.com/watch?v=kM7SARIDqIY ): sentite che bello swing, divertente, libero e potete sentire in questo live, come Claudia si conservi elastica sul tempo,con un groove speciale che danza sulle note con naturalezza! Oppure ascoltate qui, lasciatevi trasportare da “In cerca di te” (https://www.youtube.com/watch?v=Cn2Y1CtlP2M), dove Claudia inserisce un frizzante stacchetto di “Salt Peanuts” di Dizzy Gillespie: un piccolo gioiello per chi ama il jazz contaminato con la tradizione italiana. E non solo: nella stessa traccia troverete anche citazioni da Tico Tico!
Una vera perla nascosta è “La Felicità” (link youtube ), qui sempre in una performance live, e ancora nella ballad “After You’ve Gone” (link youtube) si può assaporare la morbidezza della sua voce, vellutata e sognante. Claudia affronta tutto con grande naturalezza, interpretando i brani con e energia e creatività.
Se amate le voci autentiche, la raffinatezza dello swing, la contaminazione tra generi e il cuore che traspare da ogni nota, Claudia Bernath è un’artista da scoprire.