Francesca Bertazzo, chitarra & voce

#Francesca Bertazzo Hart già dal 2003 è stata segnalata fra i nuovi migliori talenti dalla rivista Musica Jazz. E ci chiediamo perchè? Dalla sua biografia leggo che ha studiato con il fior fiore dei musicisti italiani e anche all’estero essendo stata a NY, e poi non si contano le collaborazioni di alto livello…ma il suo talento è palese. Eccola con la chitarra in mano che si accompagna e improvvisa libera,sicura melodie gioiose e frizzanti. Poi attacca cantando e scopri uno stile inconfondibile. Chiaramente, la tecnica vocale la conosce bene, sa dove si trova e dove può osare e il suo timbro caldo ed intenso ha molto da raccontare. Lei è molto versatile e si sente da come gestisce i fraseggi, di Fitzgeraldiana memoria, i salti di ottava, i runs sulle scale blues e nel fraseggio delle improvvisazioni sui rhythm’n changes, ed è chiaro che mastica bene il Bebop. https://www.youtube.com/watch?v=nkh-XyYh2co

Le sue improvvisazioni non sono mai scontate. Poi quando attacca a imitare altri strumenti a fiato scopri che è anche autoironica e simpatica, a sottolineare che siamo tutti musica con il corpo e con l’animo ed è possibile comunicare in tanti modi …questo la rende ancora più affascinante,esempio? Ecco, ascoltate qui: https://www.youtube.com/watch?v=3DAQFgnFIZc

Tra i progetti più rilevanti è da segnalare il cd “Silver Friends”, omaggio alla musica di Horace Silver o il brillante disco The Grace of Gryce, il brano originale che apre il disco e si unisce ad altri brani del repertorio jazzistico d’eccellenza, per cui è lì riconosci che questa ragazza è davvero un portento. Ecco il link per l’ascolto https://www.youtube.com/watch?v=rHfpSKLpIH0 ovviamente trovate i brani sulle varie piattaforme.

Oltre all’attività concertistica Francesca Bertazzo Hart insegna canto jazz presso le scuole di musica: George Gershwin, Thelonious Monk a Vicenza e L.A.M.S a Verona; inoltre collabora con la New School di New York come insegnante e assistente, il che le permette di restare in contatto con l’avanguardia della grande mela. Uno stimolo da non sottovalutare.

Altri ascolti in duo voce e Contrabbasso https://www.facebook.com/trevisosuonajazz/videos/153025532802767

Infine, la sua interessante Biografia è qui: http://www.jazzitalia.net/…/francescaBertazzoHart.asp…

mentre la pagina Facebook per i contatti e info sulle prossime esibizioni è qui: https://www.facebook.com/profile.php?id=100063714794359

Laura Campisi dalla Sicilia con…swing

Laura Campisi è una cantante siciliana, che dalla solare Palermo è andata a vivere nella Grande Mela. Un’anima delicata ma tenace, insomma uno di quei famosi cervelli che fuggono dall’Italia. Laura ha trovato un nuovo nido dall’altra parte dell’Oceano, fatto di amore, amici e musica, molta musica. In questi quasi anni ha portato la sua grande visione musicale fuori, mescolandolo con i suoni e le tante differenti influenze musicali della grande mela, abbracciando sonorità dal Jazz mainstream, al folk, alla bossa …producendo album da non perdere. Laura è sperimentazione e sentimento. Vi lascio scoprire il suo lavoro da soli e intanto vi lascio qualche ascolto qui e vi racconto in che modo questa cantante mi ha colpito

-> Shake dat booty now https://www.youtube.com/watch?v=6WoYYX1ifU4

Album: “Double Mirror” (2017)https://www.youtube.com/watch?v=Al1BrxV6i2k un insieme di immagini sonore intense, oscure, ma anche luminose, grandiose, lontane, appassionate.

“Common Ground” https://www.youtube.com/watch?v=73_xJI1tfd4 brutalmente e intensamente reale, come la vita con i suoi chiaroscuri.

“Cuore a fisarmonica” https://www.youtube.com/watch?v=s3V-Mli0GdU allegra e malinconicamente giocosa canzone folk come quelle canzoni di paese che nella gioia di ritmi ballabili, si raccontano le nostre fragilità.

Approcciandosi alla musica etnica, Laura vanta diverse collaborazioni musicali, per esempio qui, abbiamo un estratto di un concerto dal vivo in cui sperimenta con successo la ampiezza di espressioni della musicalità indiana https://www.youtube.com/watch?v=2gWU17FvFo4

E ancora, proprio per rispettare la filosofia Jazz del prendere e trasformare, qui Lei rielabora un brano della storia della musica italiana cantautoriale colorandolo con nuove, personali sfumature. La sua voce come un flauto dai tratti dolci-amari e l’arrangiamento ricreano un’atmosfera musicale meravigliosa, avvolgente. Ligabue “Metti in Circolo il tuo amore”, una chicca: https://www.facebook.com/groups/353922644811239/permalink/1608597782677046/

E non solo, qui ha affrontato un brano particolarmente importante, di un certo peso ecco, che cantava Billie Holiday, Strange Fruit, 1939. Risvegliare le coscienze e renderci tutti consapevoli di quello che sta accadendo in America (e non solo) è il filo conduttore di questo progetto portato a termine con successo. Qui la sua voce diventa il dolore che si trascina nei cuori di chi queste violenze le subisce, le osserva e le combatte. Impossibile rimanere impassibili. https://www.youtube.com/watch?v=tiHPxTzL6JE

Questo e molto altro è Laura, e sono certa che andrà sempre più Lontano lontano…https://www.youtube.com/channel/UC300mLqkLBjIiHmkL6e3Y9w

Per altre informazioni su concerti e news il suo sito www.lauracampisi.com

Poi potete anche iscrivetevi alla sua pagina facebook https://www.facebook.com/laura.campisi.10

Questo invece il suo canale youtube https://youtube.com/user/lallajazz

Oppure qui https://www.discogs.com/it/artist/5861943-Laura-Campisi per esplorare il suo mondo sonoro versatile.

A voi, grazie dell’attenzione!

I nuovi universi sonori di Maria Alejandra Quintanilla

Buonasera!
Fa caldo… ma ho una voce qui che può rinfrescare e che può far pensare: la musica ci salverà anche dalla siccità! Maria Alejandra Quintanilla.

Iniziamo subito con un ascolto introduttivo…Blue Hualien https://open.spotify.com/artist/5rZvLwWoAZN1Dkq0J0OQ93
Originaria del “favoloso Perù” e cresciuta a Los Angeles, la sua insaziabile curiosità le ha permesso di produrre lavori in un ampio spettro di stili e ambientazioni che derivano dalla spontaneità e dalla sperimentazione.

Maria ad oggi sta per cominciare un dottorato in arti musicali presso l’Università di Miami. Ha conseguito un Master of Music in Jazz Studies presso la State University di New York Purchase. Ha fornito coaching vocale e lezioni di masterclass a studenti internazionali provenienti da diverse educazioni e specializzazioni come artista dell’insegnamento della performance vocale per il programma Cultural Immersion Arts Abroad. Ma non voglio parlare dei suoi successi legati allo studio e i premi ricevuti e come si è saputa distinguere con qualità e dedizione. Quelli li trovate nella Bio online https://mariaalejandraquintanilla.com/about

Perché ne parliamo qui, direte voi? In un posto dove ci si aspetta swing? Perché lei va oltre. E i suoi lavori parlano di questo…

Ad esempio, Maria ha pubblicato due album come co-leader con un focus primario sull’improvvisazione. Distance Chemistry (2016) è stato registrato dal vivo ed è costruito su arrangiamenti improvvisati di standard senza tempo e diverse composizioni spontanee. Poi c’è Breathing Taiwan (2017) che è una miscela di composizioni e improvvisazioni che raccontano storie mitiche di tribù taiwanesi e tradizioni nascoste.

Io stasera vi regalo un paio di brani che mi ha travolto, “Shade of white” (Sfumatura di bianco) https://music.youtube.com/watch?v=yTDz2J9vnsc… per cui si possono sentire una tecnica forte e un controllo vocale meraviglioso. Ma quello che colpisce della sua voce è il timbro e le idee melodiche delle sue canzoni. Si sente un certo retrogusto della cantante deli Evanescence, ma solo in certi punti e con molta più maestria nel colorare e pulire il suono, giocando con chiaro-scuri nel timbro vocale come nessuno mai. Come se quel dolore di Amy lei lo avesse assimilato ma poi Trasformato in un fiore che non fa poi più male, una catarsi…. Bellissimo modo di inglobare i suoni moderni e legarli a brani che sono così delicati da non appartenere ad alcun genere, se non nell’ampio ambito della musica, dell’arte musicale.

Può cantare qualsiasi cosa. Voglio dire ascoltate questo brano “Seven Courses” (Sette portate) e lasciatevi abbracciare e andare al sogno! Sentite un po’ qualche leggero riferimento alla nostra Elisa T- c’è lo stesso candore eppure non la conosce…ecco allora che la musica si fa sentimento universale innato, azione della voce che quando in contatto con l’amore può connetterci all’infinto dell’universo,toccandoci con la voce, noi tutti… nel profondo. Maria regala pura emozione! https://music.youtube.com/playlist…

Buon ascolto…anzi buona terapia del suono!

Quando la cantante chiede: “uno Standard in DoMag, grazie”

Per iniziare a parlare di Jazz, di canto, senza nominare Billie Holiday o Ella Fitzgerald dobbiamo prima definire una cosa: Lo standard Jazz.

Nient’altro che brani, canzoni tipiche del repertorio americano iniziato con la Tin Pan Alley (canzoni per musical & film) e andati avanti a costruire poi le colonne sonore degli anni 30,40 e 50; canzoni diventate grandi classici della canzone popolare, “Hit-pop” sia in America che in Europa, perché grazie al concetto Jazzistico, sono rimaste “sempreverdi”. Sono quelle melodie che superano lo spazio e il tempo, che si aggiornano a seconda della voce o dello strumento che le esegue.

Noi del settore tutto questo concetto lo chiamiamo Standard…per intenderci sarebbero in Italia, le famose canzoni di Buscaglione, Modugno, Bongusto, Carosone o Endrigo, Tenco, Paoli, e di tanti altri autori i cui pezzi sono famosi da oltre 3 generazioni, e che oggi ci si diverte a chiamare Cover!

Quindi lo standard jazz è tutto, tutto quello che è stato scritto nel passato e non è appassito. Anche brani moderni possono essere ad oggi raccolti sotto l’ombrello dello standard. L’importante è che siano pezzi talmente conosciuti che anche se modificati nelle tonalità (una Cheek to cheek da Sol a SIb Maggiore prego!) o negli arrangiamenti, archi invece che fiati, chitarre invece che pianoforti o voci potenti invece che mugugni sottovoce, nei ritmi: swing invece che lente ballate…rimangono riconoscibili e cantabili. Ecco, la magia del Jazz, la libertà del Jazz o come diceva, Juini Booth, niente generi solo Musica

In questo universo di canzoni straniere e non, (inglese, francesi, brasiliane, italiane e chi più ne ha, più ne metta)… famose se poi supportate dal travolgente e danzereccio stile swing ecc, esiste un ecosistema contemporaneo di crooner ( come Frank Sinatra e Michael Bublè) e cantanti incredibili.

Voci irresistibili, accattivanti, spericolate e intese…che voi non potete lontanamente immaginare. Quindi mettiamo da parte il PoP Italiano mainstream, quello che sentite per radio e sedetevi comodi.

Inizia il viaggio nel mondo della vocalità Jazz, bossa nova, soul & blues italiano e internazionale. Piccole perle e gemme nascoste nella selva dello streaming di radio satellitari e piattaforme che non aspettano altre che le vostre orecchie per colorare i vostri sogni!

…Sarà servito a qualcosa aver viaggiato tanto negli anni?!

Buona lettura e buon ascolto!

Vicki Burns, un cuore appassionato

Tra le voci che mi hanno colpito a NY c’è anche il tono caldo e morbido di Vicki Burns. Per dare un’idea della sua voce ho letto che la critica americana la paragona ad Helen Merrill o June Christy… forse, io sento solo Vicki, con la sua voce decisa, temperamento assertivo ma dolce, con tutta la sua genuina sensibilità di musicista.
Parola d’ordine per Vicki è Ricerca. Nei suoi concerti si possono ascoltare brani poco conosciuti del repertorio americano e non solo, brani che suscitano stupore ed entusiasmo. Frasi del tipo”e questa perla, perchè la scopro solo ora?” es. Tessa Souter’s You Don’t Have To Believe https://www.youtube.com/watch?v=lnuyKK7zwNw

Ma andiamo nel suo canale Youtube e ascoltiamo qualcosa: https://www.youtube.com/@vickiburns1642

La dedizione di Vicki nella ricerca del suono, il senso dello swing, l’arte di saper dialogare con i musici (interplay) senza restare fuori sono notevoli. Non solo è capace di oscillare dolcemente su swing eccitanti e frizzanti, senza perdere tempo o senso armonico … ecco, ascoltate la sua versione di Monk, Well you Needn’t.
Ma è capace di interpretare con delicata intensità ballate “dense”, nel senso di complesse, ricche sia in termini di range che di testo come questa You are my Thrill.
Effetto? Bè, non so voi ma per me c’è un bisogno naturale di fermarsi, chiudere gli occhi ed entrare nel mondo sonoro sognante di Vicki Burns che…sul palco poi t’incanta! E Puoi lasciarti andare… magari sognare di galleggiare in una bella vasca da bagno profumata di rose e viole…per dire… come uno si sente rasserenato!
Originale anche la scrittura; racconti mai scontati; dove emerge la sua sensibilità, il suo gusto e la fantasia. Tutto trasmesso attraverso il suo timbro inteso, la voce pulita, i suoni rotondi e pieni, l’intonazione precisa, lo stile quasi da musical che regala una dizione impeccabile, e le parole che disegnano nella mente immagini di storie e amori, paesi lontani …tutte queste sono proprio le caratteristiche principali delle sue performance e si ritrovano nel disco del 2022 Lotus Blossom Days. Vediamo un esempio, nel suo brano original ( inedito), ecco “Siren Songhttps://www.youtube.com/watch?v=_Q3uZxgm1G0 che ovviamente io ho subito ascoltato essendo appassionata dell’argomento…
In questa performance Vicki, dove vocalmente si spinge verso sonorità ampie, (notate le dinamiche sempre stabili grossomodo sul mezzo forte ?) Ha un’intenzione precisa, sembra richiamare, chiamare qualcuno, qualcosa…e questo è sottolineato quando negli abbellimenti quasi di matrice etnica tocca scale minori armoniche arabeggianti…
Come nello stilnovo, anche oggi la donna, per quanto sia un ruolo scomodo, è carnale e angelica: è Vicki stessa quella sirena incantatrice che trascina verso la verità della vita, della creazione, dell’amore e della naturale fragilità terrena, della morte. Il canto di questa Madre (natura?) e Regina sirena dice “nasconde in sé il mistero della vita e nasconde in profondità un misterioso tesoro”.
Credo che il tesoro non sia solo la capacità di dare la vita, ma qualcosa di più quotidiano, semplice, la donna che guarda oltre, più in profondità e coglie “segreti” della vita che restano nascosti e spaventano, che attraggono e allontano chi ci sta intorno. Dolori, desideri, paure, passioni ma anche amore e calore materno. E allora Siamo tutte regine, figlie nate nel mare dal grembo di un’incantevole sirena-madre, e come lei siamo a volte fragili e altre tenaci e…c’è bisogno di entrambe le cose.

Vicki Burns ad oggi sta collezionando sempre più conferme ed esperienze con i più grandi musici di NY suonando nei club più prestigiosi. Inoltre è un’ottima insegnante di canto Jazz alla New York Jazz Academy, e si dimostra essere sempre disponibile al confronto e alla divulgazione della cultura Jazzistica.
Vi consiglio se andate da quelle parti di vedere dove si esibirà attraverso il suo sito, o le piattaforme social che vi elenco in basso, so che il prossimo 9.5.2023 sarà al The Lexington Hotel ad esempio. Che dire, buon ascolto!

Link al website: https://vickiburnsjazz.com

Facebook : https://www.facebook.com/vicki.burns.9

Instagram https://www.instagram.com/vbjazzle/?hl=it

Laura Avanzolini, swing e fantasia

Minuta sembrava su quel grande palco de Le Scuderie a Bologna con il maestro Teo Ciavarella e la sua grande orchestra DAMS. E poi magia: l’accompagnamento orchestrale spariva e Laura Avanzolini con la sua voce rapiva tutti,trasportando il pubblico altrove. Quelle esibizioni sprizzavano Jazz da tutti i pori! Era proprio quello swing che ti porta a sognare di Fred Astaire e Ginger Rogers, che diverte. Ma come poteva una ragazza così giovane già masticare così bene lo swing? E soprattutto dove erano i Talent scout delle case discografiche?!

Nel 2008, Laura Avanzolini già brillava, e nell’orchestra si distingueva tra tutti, riuscendo a giocare col tempo e allo stesso tempo ad interpretare i testi come se fosse una cantante inglese madrelingua!

Era quella la mia visione durante gli anni universitari: un giorno d’inverno incontravo un’artista vera, una voce già stilisticamente matura, una personalità pronta ad affascinare di swing i nostri anni, una di quelle che avrebbe saputo farsi strada nel duro mondo del Jazz tra seminari,workshop e concorsi. Un vero e proprio incanto!
Iniziamo da qui As you are https://www.youtube.com/watch?v=O1gmHBhJ6qM&list=RDO1gmHBhJ6qM&start_radio=1

Classe 1985, Emilia Romagna, Laura ammaliata dagli studi di pianoforte e chitarra, studia e si specializza con grandi voci del Jazz italiano. Ma vi lascio raccogliere questi dettagli nella sua biografia sul suo sito ( link in basso). Vi voglio raccontare invece di Laura, la cantante spericolatamente bebop, ma anche insegnante di canto, una carriera sfociata nell’insegnamento nei conservatori dal 2015 a oggi come quello di Udine, La Spezia, Vicenza, Padova e Pesaro, ed ora Parma. Educare le ha permesso di divulgare ed insegnare questa musica interessando anche giovani studenti che dalla sua passione hanno scoperto un mondo diverso, che il pop moderno magari vuole allontanare ma che grazie a persone come Laura, rivive. Ve la segnalo come una delle rare educatrici che sanno insegnare l’improvvisazione, lo scat, in modo semplice e comprensible a tutti.

Ecco una novità piano e voce, Sound of Love di Duke Ellington https://www.youtube.com/watch?v=qSxazGkYQ_0&list=RDqSxazGkYQ_0&start_radio=1

Laura realizza progetti meravigliosi con musicisti favolosi.
Nel dettaglio, nel suo disco di esordio I am all smiles, affronta diversi brani standard del repertorio Jazz ri-arrangiandoli completamente in modo inaspettatamente fresco. E sì, viene da sorridere di stupore ascoltando le sue interpretazioni. È puro talento, ha una creatività inesauribile.
Per esempio ascoltate come esegue il tema e l’improvvisazione su All or nothing at all https://www.youtube.com/watch?v=9b5ugLe9X-QL con arrangiamenti eseguiti da Fabio Petretti (sax tenore) e Daniele Santimone (chitarra 7 corde), progetto prodotto con la Dodicilune records.

Che dire, poi, sempre con la stessa casa di produzione, c’è anche questo progetto “Sing Bacharach”del 2019 dedicato al grande pianista scomparso da poco Burt Bacharach https://www.youtube.com/watch?v=ip22gQcxmJA con degli arrangiamenti interessantissimi e particolari di Michele Francesconi, e con Giacomo Uncini (tromba e flicorno), Antonangelo Giudice (sax tenore), Paolo Del Papa (trombone), Walter Pignotti (chitarre&banjo), Tiziano Negrello(cbasso), Michele Sperandio, (batteria).
Ma se da un lato, uno possa avvertire come semplici le melodie di Bacharach, canticchiabili da tutti, in realtà bisogna proprio chiarire che non lo è affatto!
La semplicità, la delicatezza delle melodie di Bacharach, la sua immediatezza, la freschezza per cui lo si porta ancora a Sanremo ed è tra i compositori “sempre verdi”, indica che i brani sono proprio difficili da eseguire senza inquinarli da suoni troppo moderni,oppure sporchi o esagerati; quel che voglio dire è che non bisogna cantare questi brani pensando alla potenza vocale o alle agilità che una voce può fare, tutt’altro, restare semplici è il mantra. Equilibrare bene le proprie esperienze musicali. Per abbracciare e rendere al meglio i testi e le atmosfere tenue, direi “pastello”del signore dalla musica popolare moderna. Qui Laura fa un lavoro certosino, egregio, tenendosi dolcemente in linea con la filosofia estetica bacharachiana. Lei è sicura, morbida, la sua voce calda, pulita, accarezza e colora, racconta senza esagerare mai, sa dove può osare e dove no; dove un respiro è necessario e una nota può essere di troppo. Insomma Laura Avanzolini è proprio parte del Jazz italiano migliore. Grazie alle sue improvvisazioni frizzanti, precise e spericolate le melodie vengono rimescolate ad arte, con ardita passionalità, insomma è una sorpresa continua! Lo potete constatare anche andando su questo canale youtube dove, che sia in duo, o in trio riesce a rendere brani come: The night has a thousand eyes, I am glad there is you, Blues in a closet ecc ancora una volta nuovi e brillanti! https://www.youtube.com/channel/UCol-YP135z1hQQxie1vmw3A

Negli ultimi anni Laura Avanzolini ha confermato la sua vocazione di artista curiosa e libera, scegliendo spesso la dimensione del duo o del trio, dove la sua voce può dialogare con pianoforti e chitarre in un equilibrio intimo e sorprendente. Nei concerti, alterna standard del repertorio jazz a omaggi raffinati a Ellington, Jobim, Jarreau, fino a Bacharach, mostrando una naturalezza interpretativa che non cerca mai l’effetto, ma l’autenticità. La sua capacità di improvvisare con precisione e fantasia resta il suo marchio di fabbrica, rendendo ogni esibizione unica e mai ripetitiva.

Parallelamente all’attività artistica, continua a insegnare nei Conservatori italiani, oggi a Parma, ma con esperienze che spaziano da Udine a La Spezia, Vicenza, Padova e Pesaro. Qui trasmette ai giovani la magia dello scat e dell’improvvisazione, riuscendo a rendere accessibile un linguaggio complesso e affascinante. È raro incontrare un’educatrice capace di unire didattica e ispirazione con la stessa forza con cui, sul palco, incanta il pubblico: Laura Avanzolini resta così una delle voci più preziose e autentiche del panorama jazz italiano contemporaneo.

Fortunato chi va ad un suo concerto live… e chi sta vivendo in questi anni di rinascita del Jazz Italiano e intanto si gode Burst in with the Dawn (A. Jarreau) link

Altre Informazioni

Siti discografici
Sul suo sito personale (“music”) https://lauraavanzolini.wordpress.com/?fbclid=IwAR1–L2fM8g6991OiTn8f5NQccCwUjTEX2D8tpj9tZtAfOuNrFOqJmOxwGM

e su Discogs https://www.discogs.com/de/artist/3598239-Laura-Avanzolini trovate informazioni complete sulla sua discografia, inclusi i titoli degli album, certificazioni, collaborazioni e note di produzione

Instagram https://www.instagram.com/lauraavanzolini/

Facebook https://www.facebook.com/laura.avanzolini

Spotify
Laura ha un profilo artista su Spotify dove sono disponibili brani come Sings Bacharach, I’m All Smiles, Skylark e altri Spotify.

Apple Music
Su Apple Music trovate i suoi album: Sings Bacharach (2019), Songs (2017), I’m All Smiles (2016) e Skylark (2013) Apple Music – Web Player.

TIDAL
È presente anche su TIDAL con brani come I Say a Little Prayer e Anyone Who Had a Heart, tratti dall’album Sings Bacharach Music on TIDAL.

YOUTUBE https://www.youtube.com/@four4ets