Listen to the Stories: Nat Hentoff on Jazz and Country Music– Nat Hentoff
Jazz Is– Nat Hentoff
Bossa Nova: The Story of the Brazilian Music That Seduced the World – Ruy Castro
Hear Me Talkin’ To Ya – Nat Shapiro e Nat Hentoff
Norman Granz: The Man Who Used Jazz For Justice – Tad Hershorn
Tropical Truth – Caetano Veloso
But Beautiful: A Book About Jazz – Geoff Dyer (Da leggere anche se non suoni una nota) Un classico della narrativa jazz. Otto ritratti letterari e intensi di leggende come Monk, Chet Baker, Mingus, Lester Young.
Per quanto possa essere complicato trovarli, molti di questi libri si possono recuperare in inglese, e in alcuni pochi casi esistono anche traduzioni italiane.ù
Se volete iniziare con la storia del Jazz / video suggerisco invece Uno dei documentari più famosi e autorevoli suo Jazz è:
Jazz: A Film by Ken Burns
📅 Anno: 2001 🎥 Regista: Ken Burns 📺 Prodotto da: PBS (Public Broadcasting Service)
Questa monumentale serie in 10 episodi (oltre 19 ore totali) racconta la storia del jazz dagli inizi del XX secolo fino agli anni ’60, intrecciando biografie di giganti come Louis Armstrong, Duke Ellington, Charlie Parker, Miles Davis e John Coltrane con il contesto storico e sociale dell’America. È narrato con la voce di Keith David e arricchito da rare immagini d’archivio, interviste e brani originali.
Non è solo una cronologia musicale: è una riflessione sull’identità afroamericana, sulla creatività e sull’impatto culturale del jazz come forma d’arte americana per eccellenza.
Dove lo troverete? Disponibile in DVD, su piattaforme come Apple TV, Prime Video (in lingua originale) o tramite biblioteche musicali e università.
📚 Biografie
Dizzy Gillespie – To Be or Not to Bop Autore: Dizzy Gillespie con Al Fraser Anno: 1979 Edizione: Doubleday (prima edizione), Da Capo Press (ristampa 2009)
Miles Davis – Miles: The Autobiography Autore: Miles Davis con Quincy Troupe Anno: 1989 Edizione: Simon & Schuster (USA), Il Saggiatore (Italia)
Louis Armstrong – In His Own Words: Selected Writings A cura di: Thomas Brothers Anno: 2001 Edizione: Oxford University Press
Lewis Porter – Blue Trane. La vita e la musica di John Coltrane Autore: Lewis Porter Anno: 1998 (ed. originale) Edizione italiana: Minimum Fax, 2018
Carl Woideck – Charlie Parker. Vita e musica Autore: Carl Woideck Anno: 1996 (ed. orig.), 2009 (edizione italiana) Edizione: EDT/Siena Jazz
David Hajdu – Lush Life: A Biography of Billy Strayhorn Autore: David Hajdu Anno: 1996 Edizione: Farrar, Straus and Giroux (USA), Minimum Fax (ed. italiana, 2004)
Charles Mingus – Beneath the Underdog: His World as Composed by Mingus Autore: Charles Mingus Anno: 1971 Edizione: Alfred A. Knopf (USA), Il Saggiatore (Italia)
E sulle voci del Jazz :
Stuart Nicholson – Ella Fitzgerald: A Biography of the First Lady of Jazz Autore: Stuart Nicholson Anno: 1993 Edizione: Charles Scribner’s Sons (USA), ristampe Da Capo Press
Billie Holiday – Lady Sings the Blues Autore: Billie Holiday con William Dufty Anno: 1956 Edizione: Doubleday (originale), Feltrinelli (Italia)
Anita O’Day – High Times, Hard Times Autore: Anita O’Day con George Eells Anno: 1981 Edizione: Putnam (USA), Da Capo Press (ristampa)
Ellen Johnson – Sheila Jordan: Jazz Child Autore: Ellen Johnson Anno: 2014 Edizione: Rowman & Littlefield
William Bauer – Open the Door: The Life and Music of Betty Carter Autore: William Bauer Anno: 2003 Edizione: University of Michigan Press
Elaine M. Hayes – Queen of Bebop: The Musical Lives of Sarah Vaughan Autore: Elaine M. Hayes Anno: 2017 Edizione: Ecco/HarperCollins
Will Friedwald – Jazz Singing: America’s Great Voices from Bessie Smith to Bebop and Beyond Autore: Will Friedwald Anno: 1990 Edizione: Scribner Book Company (USA), ristampa Da Capo Press (1996)
A Lady with a Song: Remembering Nancy Wilson – Mark Anthony Neal
E ricordate di acquistare l’ Albero del Jazz La mappa storica dei musici e cantanti ! Per darvi una chiarezza fondamentale e capire la storia e gli stili.
Ci sono voci che gridano, altre che tremano, altre ancora che non fanno “rumore”ma smuovono qualcosa dentro senza che te ne accorgi. La voce di Barbara Casini appartiene a quest’ultima categoria: è una voce che si avvicina in punta di piedi, come chi entra in una stanza non per farsi notare, ma per custodire qualcosa di prezioso.
Barbara Casini, la Maestra Casini, è una cantante sì, ma anche chitarrista, e quindi cantautrice. Ha approfondito la Musica Popolare Brasiliana (MPB) e Jazz, e vanta numerose collaborazioni e insegna. Ho anche appreso da poco e condivido con voi che ha scritto un interessante libro che approfondisce i compositori brasiliani, “Se tutto è musica- pensieri e parole dei compositori brasiliani” link qui https://www.amazon.it/musica-Pensieri-parole-compositori-brasiliani/dp/8878960241
L’ho ascoltata senza sapere bene perché. Avevo letto il suo nome così tante volte nei locali e nei festival, vabbè è comunque la migliore cantante italiana di Bossa e tradizione brasiliana per me : ma iniziò così, forse per curiosità, forse per rispetto, forse per quella nostalgia che mi prende ogni volta che sento un’arpeggio di nylon, un accordo minore settima e nona …un soffio di portoghese pronunciato con cura. E lei c’era. C’era da sempre, da molto prima che in Italia la bossa nova diventasse un genere “da festival”, o una coperta elegante per vestirsi da musicisti colti. Barbara c’era quando la musica brasiliana era ancora una cosa da pochi, da matti, da innamorati senza patria.
Nata a Firenze, laureata in psicologia, cresciuta tra i vinili di Jobim e le ombre leggere di João Gilberto, Casini ha scelto la strada più difficile: quella della fedeltà. Ha studiato la lingua, viaggiato in Brasile, parlato con i compositori, ascoltato, vissuto, e poi rielaborato ed interpretato. Ha cantato senza voler sedurre, ha suonato senza voler stupire. Ma solo per raccontare e raccontarsi. Una scelta sobria, anche difficile a volte. Soprattutto per chi come me era digiuno di Bossa nova e tradizione brasiliana. Ma nelle sue performance era ed è sempre stata profondamente sincera.
Oggi, mentre tante voci femminili italiane esplorano il mondo della Musica brasiliana con coraggio e contaminazioni, la proposta di Casini può sembrare lontana, quasi un esercizio di stile. E forse lo è, in parte. Ma poi succede qualcosa. Una frase, un giro di accordi, un silenzio tra due parole –la scelta di un repertorio particolare ed è blu che scopri la sua vena esplorativa; la capisci cosa è la tradizione e la magia: ti accorgi che c’è una cura antica, una devozione silenziosa che tiene tutto insieme.
In tutto questo ho trovato delle chicche swing, ballad Jazz anche in italiano e francese cantante con grande capacità sia tecnica che interpretativa, una voce che si sente ha approfondito ogni suo progetto e portato fuori se stessa con onestà e talento. Quella voce può tutto e… vi metto di seguito questi esempi da ascoltare con attenzione e col cuore:
È una cantante che conserva. Una che ha attraversato quarant’anni di musica come una messaggera, portando con sé i suoni di un altro mondo, senza mai tentare di sperimentare soluzioni esagerate per “piacere di più”. E questa coerenza, che un tempo appariva elegante, oggi brilla quasi come una forma di resistenza poetica. un altro brano…questo mi ha commosso. fa parte di un lavoro dedicato a Jobim che ha portato alla luce dei brani di una bellezza e delicatezza unici
Scrivere di lei non è facile. Ma se ti fermi, se non hai fretta, ti accorgi che è come un libro tenuto bene: profuma ancora di carta vera. E dentro, ci trovi pagine che non gridano per essere lette, ma sussurrano, e ti colorano i sogni con tutte le sfumature della vita.
Troverete tante informazioni su di lei online, vi lascio l’esplorazione e dei link in basso per approfondire.
ALTRE INFO
“Cantante, chitarrista, cantautrice. Musica Popolare Brasiliana e Jazz. Autrice del libro SE TUTTO E’ MUSICA pensieri e parole dei compositori brasiliani”
Letizia Gambi è una delle interpreti e cantautrici più interessanti della scena Jazz contemporanea, capace di coniugare l’anima mediterranea con le radici afroamericane del Jazz. Dal melting Pot della musica italiana ovvero Napoli (la culla della sperimentazione, della libertà musicale ) con una formazione multidisciplinare che spazia dalla danza alla pittura, dalla recitazione al canto, ha saputo trasformare la sua identità artistica in un ponte tra culture, suoni e lingue diverse. Iniziamo dall’ascolto di questo Album dove c’è una divertentissima versione di Sweet Georgia Brown, che rende subito l’idea :
La sua vocalità è intensa , con un timbro caldo e avvolgente che può ricordare, a tratti alcune sfumature di artisti come Céu o Noa – artiste capaci di raccontare il proprio mondo interiore e culturale attraverso il canto. In altre parole è un risultato interessante della storia della vocalità Jazz e della musica leggera contemporanea, che a tratti ha momenti di belting alla Dianne Reeves, a volte e candida come i colori che ho percepito in Ada Montellanico e a volte forte ed intensa come la voce di Maria Pia de Vito…tutto questo assieme alla sua personalità! Letizia si accende quando riprende lo stile napoletano, destreggiandosi tra un timbro caldo, elegante,e pulito, ma anche audace nella sua intesità come quando serve farsi sentire. Non serve scat in questo caso. La sua è una forte identità “mediterranea” e basta a raccontare il suo mondo che crea fusione tra generi e lingue.
Il suo debutto internazionale è avvenuto grazie a quello che a noi comuni mortali suona mistico, e cioè l’incontro con il batterista e produttore Lenny White (Chick Corea, Stanley Clarke), che ha prodotto il suo primo album Introducing Letizia Gambi (2012), con ospiti del calibro di Ron Carter e Gato Barbieri. Lo trovate qui: https://open.spotify.com/intl-it/album/2IGrRTFPDQRHIjDFYmWeWC?si=z84wdyb4T1ym3AHETAerog
Il secondo lavoro, Blue Monday (2016),lo trovate qui: https://youtu.be/E97q-81cFMc?si=57HmT52n-TDgfZ2X e noterete dalla varietà dei titoli dei brani come possa essere esuberante la sua idea di musica. Letizia, prosegue poi esplorando brani originali di cui è autrice, e canzoni italiane e napoletane reinterpretate con gusto contemporaneo, anche lavorando su adattamenti linguistici ben studiati e interessanti: sentite queste versioni in inglese di Tu di na Cosa Grande https://www.youtube.com/watch?v=d1Y10nnhrWU o di E Penso a Te, del nostro caro Battisti eseguito al Blue note https://www.youtube.com/watch?v=1XEEaMhU6r4
Non è un’impresa facile, considerando la musicalità e la metrica della nostra lingua, ma Letizia riesce a renderla fluida e naturale, dimostrando che il jazz può parlare anche italiano senza perdere il groove, sentite questo Munasterio E’Santa Chiara mixed con In a sentimental moodhttps://open.spotify.com/intl-it/track/1ZxDCdOXC97BplZkFyVaIY
Nonostante una perdita improvvisa dell’udito all’orecchio destro nel 2009, ha continuato con determinazione la sua carriera, esibendosi in festival internazionali e fondando nel 2018 il progetto “Letizia Gambi in 3D”, un ensemble tutto al femminile volto a valorizzare le musiciste donne nel jazz.
Il suo percorso resta in pieno fermento creativo, quest’estate è dedicata alla realizzazione del prossimo lavoro (sarà in studio di registrazione a New York).
Infine, Letizia Gambi è una voce da approfondire: colta, sincera e capace di raccontare storie attraverso mondi diversi – dal Vesuvio a New York…da Partenope a Miami – sempre con eleganza e passione, da ascoltare con un buon bicchiere di vino, rilassandosi dopo una nevrotica giornata di lavoro.
Hai mai ascoltato il jazz alla radio, sentendoti parte di una comunità viva anche se a chilometri di distanza? WBGO è la stazione radiofonica jazz di New York — con sede a Newark, New Jersey — ed è quella che ascoltano tutti i musicisti a NY. E anch’io la ascoltavo: al mattino, mentre correvo al lavoro o ai corsi, e la sera, prima di dormire. Era (e lo è ancora) un rifugio sonoro, un corso gratuito di musicologia trasmesso nell’etere. Speaker preparatissimi e musica sempre di qualità accompagnavano i giorni più grigi, quelli in cui i sogni sembravano sfaldarsi e le aspettative perdevano colore.
Quando ho capito che aspettare l’università significava diventare uno degli scheletri in Bones, ho deciso di muovermi da sola. Ho chiesto di fare volontariato per la raccolta fondi di WBGO.
Entrare in radio è stato magico. Ho conosciuto persone straordinarie, ho ricevuto dischi (tanti!) e, una volta, ho persino parlato al telefono con un bassista famosissimo. All’inizio pensavo mi stessero prendendo in giro: “Scusi, ma… lei è quel…?” E lui, con una battuta gentile, me lo ha confermato. Ero emozionata da morire: un momento indimenticabile.
Come quella volta che mi hanno fatto parlare in diretta alla radio per salutare gli ascoltatori italiani. Un sogno che si avvera, di quelli che ti fanno venire gli occhi lucidi ancora oggi.
Ma torniamo al presente.
WBGO ha appena pubblicato una straordinaria galleria fotografica: “2025 Women of Jazz Collection”, a cura del fotografo Jonathan Chimene, per celebrare il Mese della Storia delle Donne. Un tributo visivo alle grandi musiciste jazz di oggi.
Tra le protagoniste:
🎷 Melissa Aldana al Village Vanguard 🎤 Dee Dee Bridgewater al Jazz at Lincoln Center, durante l’Unity Festival 🎹 Helen Sung alla guida della sua Big Band 🎙️ Jean Baylor con il Baylor Project al City Winery 🎶 Claudia Acuña al Terraza 7 nel Queens 🎼 Nicole Zuraitis in un concerto privato a New York
E così perdo un’altra guida, un’ altra persona importante della mia vita. E siamo a cosa 3? ” Il tempo corre Pam, e non stai combinando niente! Datti da fare su!” —credo stiano dicendo così da lassù! Ora sicuramente rivedrà gli amici che sono andati via prima di lui, soprattutto grandi musicisti …e faranno una super mega JAM! Poi appena penseremo a lui o parleremo di lui, sentirà tutto quello che diciamo, o pensiamo, si farà 2 risate? Boh! Sicuramente un pochino ancora ci guiderà, se sarà necessario ci darà un segno…ma penso che si prenderà una vacanza dai nostri problemi terreni. Noi musici affamati come iene! Troppo dura? Ok affamati come piccoli pesci colorati e diversi, vanno bene pesciolini tropicali sorridenti ? ma cmq voraci. Meglio vongole-veraci-voraci? Mi piacerebbe essere una conchiglia di quelle super complesse. Ci ha dato tante occasioni, davvero. E non è da tutti, preoccuparsi degli altri, in modo che tutti ci guadagnino…in modo da far crescere e vivere anzi un intero Settore:creare opportunità musicali, come rassegne, concerti, festival, orchestre universitarie battendosi con chi di dovere per farle succedere per poi a denti stretti ottenere un piccolo riconoscimento ( e si Università di Bologna, DAMS, sappiamo di cosa stiamo parlando no? )
Bisogna essere capaci di parlare con la gente, ad ascoltare e rispondere cose intelligenti per farle suonare per l’evento X o Y o Z… Saper mediare. Negoziare e poi incantare con il proprio talento.Passare oltre le resistenze e le male lingue, e l’ignoranza, la sottovalutazione.
Insomma, io sono stata fortunata a spostarmi a Bologna perchè la mia amica Anto mi ha portato alle scuderie per presentarmelo..Ancora ricordo l’emozione:ero scioccata dalla velocità e l’energia eplosiva. Cavolo volevo essere come lui!! Uno che suona come se non ci fosse domani, come se abbracciasse la libertà totalmente, con fiducia totale nella propria musicalità, nella passione. Non c’era altro! Vibrante voglia di vivere sui tasti. Gioia di vivere senza freni.
anche se a volte ho negato di essermi divertita a Bologna, che erano più i drammi che le gioie, ineffetti solo Teo e pochi altri mi hanno dato occasione di cantare senza aspettarsi niente in cambio. Senza pretendere da me note alla Ella Fitzgerald…swing alla Anita O Day…anzi accettavano il mio blues, i miei tentativi, e si sono apparsa matta quando improvvisavo senza freni..anche troppo…a volte urlavo di Blues. Vabbè lo faccio ancora …Ma lui ha accettato tutte queste assurdità mie e dei miei colleghi! Ci ha davvero dato modo di sperimentarci, capire limiti e capacità, talento e cose da cancellare. Noi ci aspettavamo molto dal DAMS, ci aspettavamo corsi di business musicale, di gestione dei social, di economia, e diritto fatto bene però per settore specifico! So dovuta andare fino a NY per vedere un contratto di una Major. Ci aspettavamo che ci spiegassero come fare, che ne so, che ci mettessero in contatto con Etichette, produzioni, studi, TV o festival nazionali e internazionali perchè no…i contatti si possono fare anche con altre Università o scuole di musica private. Ma pare che non ci fosse interesse a creare allievi che diventassero “lavoratori di settore” un giorno. Ci hanno detto la storia e ci hanno lasciato col culo per terra. Poi è arrivato Teo.
Teo ci ha dimostrato che se fai tutto tu, puoi davvero arrivare ovunque. Creare un team di musici di fiducia con cui poi creare eventi. Prendere contatti con umiltà presentarsi e proporsi. Non bisogna mollare, non demordere, non restare delusi troppo a lungo. Ma voltare subito pagina e riprovare. Insistere con un’idea, o un progetto. E questo non lo ha insegnato l’università purtroppo, gli accademici non sanno che significa lavorare, creare una azienda dal nulla. Perchè non so se sapete, vi svelo un segreto, lo svelo pure alla NYU -Steinhard blablabla……non tutti sono adatti ad insegnare! Sono ancora lì a perdere tempo con il memorizzare la data di nascita del compositore X, o farti diventare il miglior musico di sto ca… anzichè dedicare qualche ora a settimana a spiegare ai ragazzi come si lavora con una passione così effimera. Che poi,di effimero non ha niente. Perchè come mostra Teo, se comunicando lasci dei messaggi e tocchi il cuore delle persone, mi sa che resti Eterno.
Allora siccome di sicuro no mi metto a scrivere 1 recensionel, vi prego di dedicare qualche minuto leggendo questi gli articoli che ho raccolto…
Jazz Italia, da dove tutti iniziamo! Ecco che anche loro omaggiano e questo mi rende orgogliosa. Bravi! Chi è che ancora non si è iscritto a JazzItalia per trovare gente con cui suonare o mettere le proprie lezioni ? Dai…In pratica Teo per loro è il primo iscritto eheh
Questo non è un articolo tradizionale, è il mio modo per salutare un uomo che mi ha cambiato la vita- Amen
Eleonora D’Ettole, una delle voci più interessanti conosciute a Milano,è energia,abnegazione,intensità. E’una cantante con una lunga formazione e carriera nel canto e nella didattica. Pensate che inizia i suoi studi nel 1988 a Londra presso la Guildhall School of Music and Drama con insegnanti come Norma Winstone e Scott Stroman…(E si sente)! Prosegue la formazione con Roberta Gambarini e anche con cantanti lirici, tra cui Flavia Vallega e Nino Tagliareni,Liliana Oliveri. Frequenta la Scuola Civica di Jazz di Milano (1993–1995), un corso di Musica Popolare ad Alessandria, e consegue due lauree in Jazz: una a Torino (2008) e una a Milano (2012). E tutto cio’dovrebbe farvi capire che qualità ha la sua tecnica e anche che parliamo di totale dedizione all’universo Voce!
Dalla sua ricca biografia scopro anche che ha partecipato a numerosi seminari con grandi nomi del Jazz come Norma Winstone, Bob Stoloff, Mark Murphy, Nancy King, Maria Pia De Vito, Diana Torto, Giorgio Gaslini, Sheila Jordan, Michèle Hendricks, Rhiannon, Jay Clayton (vi rendete conto?!?!) esplorando anche la musica brasiliana e la sperimentazione vocale. Questo ha reso ancora più raffinato il suo linguaggio, e lo si sente anche nell’ improvvisazione, dove il suo scat appare molto naturale,divertente ed energetico. La sua attività artistica spazia dal Latin Jazz alla musica Contemporanea e Popolare, con collaborazioni prestigiose con musicisti italiani e internazionali come Franco Cerri, Renato Sellani, Gianni Basso, Andrea Dulbecco, Gabriele Mirabassi e molti altri. E tutto questo non poteva che avere dei riconoscimenti, 4 nomination come artista emergente: 2 come formazione dell’anno (con Sellani e Ricci); è stata semifinalista al concorso “W il Jazz” (1998) e finalista con borsa di studio al “Premio Massimo Urbani” (2002). Nello stesso anno ha ricevuto sei nomination al Top Jazz di Musica Jazz come artista emergente e formazione dell’anno. Nel 2004 le è stato conferito il premio “Donna in Jazz” dall’Associazione Calata Sbarbaro di Savona.
Nel corso della sua carriera, ha collaborato con numerosi musicisti italiani e internazionali di rilievo. In pratica non si è fermata mai: ha calcato palcoscenici prestigiosi, tra cui il Teatro dei Filodrammatici e il Teatro Sociale di Como,si è esibita nei principali Jazz club italiani, e in Jazz Festival come quelli a Gubbio, Moncalieri, Valtidone, partecipando anche a tournée in Cina, Sud America ed Europa. Ed era lei che c’era nell’organizzazione di-Vociferando-Concerto &Jam Session per cantanti a Milano di successo. Vi ricordate ve ne avevo parlato nella recensione su Daniela Panetta
In ambito discografico ha collaborato a numerosi progetti, tra cui album con John Stowell, Massimo Colombo e Giulio Visibelli, oltre al suo disco “Straight to the heart” con Renato Sellani, https://www.abeatrecords.com/music/shop/straight-to-the-heart/con cui ha una lunga collaborazione.
Uno dei suoi progetti più noti dove esplora il repertorio di standard Jazz classico,è l’album Believe in Spring (2014), è registrato con Renato Sellani, Marco Antonio Ricci, Stefano Bagnoli, è edito dalla prestigiosa etichetta ABeat. In questo lavoro trovate delle chicche, gli arrangiamenti interessanti,originali, ed emozionanti. Ha anche lavorato con artisti come Sante Palumbo, Franco Cerri, Riccardo Bianchi e Paolo Alderighi, e recentemente con Roberto Porroni in progetti sulla musica brasiliana e greca. Ma andiamo ad ascoltare?!! Io qua,scopro che i progetti discografici di Eleonora partono dal 2002; si nota che c’è davvero tanta ricerca del materiale e di cosa si vuole andare a costruire, a comunicare…insomma c’è voglia di provare, sperimentare, esprimere liberamente! Dal suo disco “Believe in Spring” del 2014, (https://www.youtube.com/watch?v=aLkkzCC6lf0) con un buon intro al disco del maestro Sellani tutto da ascoltare rigorosamente in silenzio e sdraiati…ma,ascoltiamo la brillante versione di Joyspring https://www.youtube.com/watch?v=UoYNmgRD9XA L’esecuzione si apre con una sezione di scat molto divertente, su swing, in dialogo diretto con le percussioni, prima dell’ingresso del basso. Non c’è il pianoforte in questo brano,attenti: la voce si inserisce nel groove con leggerezza, mantenendo un buon controllo dei volumi e della dinamica. Si apprezza l’uso consapevole della “voce sporca” per aggiungere colore e carattere all’improvvisazione. L’intonazione è stabile, il ritmo ben sostenuto e il gioco tra voce e strumenti crea un’interazione efficace. Un’interpretazione viva, che riesce a fondere tecnica e personalità. E che dire di questa Do you know what it means to miss New Orleans https://music.youtube.com/watch?v=PfJ2q8jzjBU&si=KRC3C3Lt0Zb8qohH in questo brano dal buon groove swing ci si puo’immaginare quanto possa mancare la bella New Orleans, nel testo tutte le immagini ( che a me viene da accostare alla mia città natale )e tramite il suo canto anche noi proviamo quella sana nostalgia, una dolce-amarezza, quello swing che ci fa accettare dove ci troviamo andando avanti con quello che si ha.
Ma ho anche trovato altrove una bella versione di Honeysuckle Rose https://www.youtube.com/watch?v=88xb_FIZ70E brano che scorre con un buon senso dello swing e una vocalità ben integrata nell’ensemble. Nello scat, (dal min 6:20) Eleonora mostra padronanza del linguaggio: i suoni sono ben proiettati, intonati benissimo anche in velocità (io mi gaso per queste cose, scusate!) e il vibrato è usato con misura e giusta intensità, senza esagerare. Dimostra familiarità con l’intento del brano che deve sempre essere giocoso ma anche tenero e dolciastro, mantenendo coerenza ritmica e melodica. La performance è godibile con un senso di fraseggio fluido e naturale.
Tra quelli che io chiamo standard Italiani, abbiamo qui Tu Si Na Cosa Grande https://www.eleonoradettole.it/video/tu-si-na-cosa-grande-2/ In questa intensa rilettura del celebre brano di Modugno, Eleonora si affida a un dialogo intimo e raffinato con il pianoforte. Il pianista accompagna con sensibilità, arricchendo l’armonia e seguendo con attenzione ogni sfumatura vocale, in un vero e proprio scambio espressivo. La voce di D’Ettole è curata, misurata nelle dinamiche e nell’intensità, capace di evocare lo struggimento e la malinconia tipici della canzone. Alterna momenti di delicata commozione a passaggi più intensi e potenti, mantenendo sempre un tono caldo e coinvolgente. L’estensione vocale è ampia e ben gestita, con passaggi fluidi dal piano al forte che confermano una solida maturità interpretativa…e la poesia del testo tocca anche i cuori più insensibili!
Sapete quanto ami Somewhere Over the Rainbow, vero? E poi c’è questa piccola perla: Moon River. E’un live e so che l’audio non è “da studio”, ma vi invito davvero a fermarvi un momento e ascoltare. Queste due ballad, tra le più celebri di sempre, possono facilmente scivolare nella prevedibilità o nella retorica. Ma Eleonora D’Ettole dimostra di saperle interpretare con delicatezza e autenticità, creando un’atmosfera intima, luminosa e carica di speranza. Anche con un accompagnamento essenziale – chitarra e basso – riesce a dare corpo e profondità al brano, senza mai appesantirlo. Il controllo vocale è saldo, l’intonazione precisa e il fraseggio espressivo: ogni nota sembra cercata e vissuta. La voce, impostata con cura, si muove con naturalezza anche nelle profondità del registro, mantenendo una linea calda e avvolgente. L’estensione è ampia e ben gestita, mentre la pronuncia inglese è chiara e rispettosa del testo, contribuendo a trasmetterne con efficacia il significato. Dal punto di vista espressivo, colpisce la tenerezza sincera e la profondità emotiva che emergono in entrambe le interpretazioni. Le dinamiche, ben costruite, amplificano i contrasti emotivi del testo, e il tempo – lievemente rubato in alcuni passaggi – contribuisce a una sensazione di sospensione e sogno.
Per gli amanti della voce come vero e proprio strumento, capace di adattarsi con naturalezza a linguaggi diversi, questa interpretazione di musica sacra offre una prova sorprendente della versatilità di Eleonora D’Ettole. Lo Stabat Mater – Salve Regina, tratto dall’album Stabat Mater in cinque movimenti per quintetto di Gennaro Luini, rivela una dimensione inedita della sua vocalità, al di fuori del consueto repertorio jazzistico. La voce di Eleonora si fa drammaticamente limpida, avvolgente e intensa, sostenendo con controllo espressivo la tensione emotiva del brano. Il tono è sempre pulito e mai forzato, anche nelle ardite escursioni melodiche: la sua estensione, quasi spericolata in certi passaggi, è affrontata con leggerezza e profondità, contribuendo a un senso di sospensione e sacralità. L’interpretazione trascina l’ascoltatore in una dimensione quasi spirituale, toccando corde intime con una padronanza vocale e una sensibilità interpretativa davvero rare.
Avendo una grande talento nell’ascolto e nella trasmissione del linguaggio jazz; tecnica vocale e stilistica, scat,vocalese, ha sempre lavorato come insegnante e educatrice avendo una ricca carriera tra scuole private e conservatori, infine attualmente è docente di Canto Jazz del Corso di Laurea in Jazz presso il Conservatorio di Brescia.
Vabbè… dopo questa breve panoramica sapete che dovete fare? Diffondere questa “lieta novella”cioè recensione…. e restate aggiornati tramite i suoi canali social e appena fa un nuovo concerto dal vivo si va a sentirla, sapete com’è… le coccole non bastano mai!
Vedi che di Soul in Italia si vive? E ripetiamolo ancora una volta, non c’è solo Giorgia!
Michela Gazzolo – o Micky G., come a volte si fa chiamare – è una voce che danza tra le ombre del soul e le luci del Jazz, scivolando sul velluto del blues e brillando tra i riflessi funky. La sua musica non si ascolta soltanto: si respira, si attraversa, come un morbido viaggio in auto tra mare e colline. La sua voce danza tra RnB & Soul, ma persino house & dance, passando ovviamente dal Gospel: lavorando anche come corista con grandissimi nomi sin dagli anni 90, cioè povera me! Non ne sapevo niente: Gioventù buttata!
Ma partiamo subito dagli ascolti: parliamo del suo album Hypnotic Essence, edito da IRMA records, è uscito nel 2022 nel giorno degli innamorati, e non a caso è una carezza…elegante… lunga 11 brani. Tra inediti e riletture, ci si può sedere in poltrona e godere di versioni di standard e brani originali ben costruiti, ma soprattutto e diciamolo, finalmente, “sentiti”con l’anima! Un linguaggio che Micky ha assorbito e reso suo, e credetemi una italiana così black ne avrò sentite 3 o 4 in tutto fino ad ora… Esempi?! Ascoltate qui You go to my head riarrangiata con un intro di bimbi che cantano il brano così come è stato scritto ma poi la band attacca un solido e sognante groove funky, https://music.youtube.com/watch?v=G9TiiG9s0a8&list=OLAK5uy_ldKGq6-v3SEtjUULSUN8hm_pG3UlXBv2I e allora Micky diventa pittrice e costruisce un mondo sospeso, dove ogni nota è scelta con cura, sensualità e intensità. Sentite questa difficile versione della splendida e tristissima Angel Eyeshttps://music.youtube.com/watch?v=EICtrb3RV0c&si=spmYxwSlTg_R2pd4
Non è un nome qualsiasi: ha condiviso microfoni e magie con artisti come Aretha Franklin suo figlio Teddy Richards e Jean Michel Byron come corista. La sua voce ha superato dei bei Test ! Poi,ha fatto da eco ad artisti italiani e internazionali, passando con grazia dal soul alla dance, dal cinema alla TV. Canta storie che sembrano sogni, sin dal 1998 gli album “Reaching Up the Sky”, “Seasons of Love”1999, passando per Everybody Change” 2000 e “Stay”2009 ma trovate la lista completa di album qui https://indexmusic.it/articoli/hypnotic-essence-il-nuovo-album-di-michela-gazzolo-per-irma-records/ in altre parole ogni anno ha pubblicato un gioiellino.
Ed è proprio una di quelle voci che misteriosamente quando canta, anche il tempo rallenta… ascoltate questa You will never know https://music.youtube.com/watch?v=DAyQWWTbywA&si=Jcl29bdR_VBwmoFt non sentite un retro gusto di di Billie Holiday un po’ misto a Macy Gray ?
E questa gestione della metrica delle parole, insomma le sue interpretazioni sicuramente sono influenzate anche dalla sua vita alternativa da attrice. Ho scoperto infatti che ha sperimentato “la forza delle parole, del silenzio e del respiro”con il teatro, guidata da maestri come Fersen, Scaparro e Albertazzi. Ma è con il canto che ha trovato casa: una casa fatta di palchi, luci, studi di registrazioni, attività da corista e incontri….e poi dall’Italia agli Stati Uniti, è volata in solo con la sua band “Da Face“, ha portato il cuore in viaggio, accompagnata da suoni neo soul e atmosfere funky ben dosate da musicisti di talento e di qualità. E non è scontato!
Ascoltate questo brano originale di cui c’è un video, il brano principale dell’album. Ha proprio un buon groove e che con la delicatezza del suo fraseggio ti fa dimenticare cosa stavi facendo- My oh My https://www.youtube.com/watch?v=_eCQQKM1Ztg
E’capace di passare da suoni leggeri, caldi… a belting Notes potenti e vigorose a sfogare quel dolore, quel desiderio, quella fame che il blues sa raccontare ed esorcizzare molto bene: e non è tutto…ascoltate qui la bellissima You don’t know what love is https://music.youtube.com/watch?v=X7htdQfKzk4&si=fMmk-984uE1Gv8mJ sentite come dialogano lei e il sax ?
Insomma per concludere,Hypnotic Essence, è un invito ad ascoltare con il cuore. Perché Micky non interpreta: incanta. E se viene in una delle vostre città, andate ad ascoltarla subito! —- Qui trovate il link per l’album intero via youtube https://music.youtube.com/playlist?list=OLAK5uy_ldKGq6-v3SEtjUULSUN8hm_pG3UlXBv2I E lo trovate anche disponibile su :
Avete presente la bellezza e la varietà del territorio sardo? Le sue meraviglie, antiche e nuove? Un paesaggio così diversificato e dai contrasti forti che tenta disperato di restare puro? La discografia di oggi detta ancora categorie troppo strette per essere prese in considerazione. Il mercato procede nel suo torpore generale. Ma ci sono artisti che vanno avanti e tirano fuori quello che è davvero moderno e cioè se stessi con tutti i contrasti del caso. In altre parole,qui siamo un po’lontani dallo solito Jazz-swing- contemporaneo; diciamo che qui si può parlare di Musica Contemporanea e sperimentale, dove il Jazz è la base ma in questa lingua qui si presenta di tutto: suoni provenienti dalla folk sardo, dalla vita personale di Daniela che usa il dialetto, e poi una lingua inventata, composta da frammenti di gallurese, italiano e fonemi creati ex novo…e poi l’elettronica si incontrano e si muovono assieme, generando orizzonti e atmosfere meravigliose.
LIVE Daniela Pes @OGRTorino Ascoltate come tutto l’arrangiamento parte dal basso, dalla semplicità, da suoni molto bassi e sale https://www.youtube.com/watch?v=TtA_yHrVDC4 Qui partiamo in un viaggio nuovo, tutto da scoprire, con ogni brano, un paesaggio emotivo nuovo, sempre parte di un racconto però, che supera questo tempo.
Qui si fanno i conti con il presente, un presente multilinguistico, multi culturale, multi-personale, multi-anima-…multi e basta.
Dalla Biografia scopriamo che: Daniela Pes classe ’92, nata a Ozieri, ha sempre giocato con la musica sin da piccola pensate da quando aveva tre anni…poi ha studiato da autodidatta e si è messa in riga con gli studi, ha conseguito una laurea in Canto Jazz con il massimo dei voti e la lode presso il Conservatorio Luigi Canepa di Sassari nel 2017. La sua tesi era incentrata su Ella Fitzgerald. Inoltre, ha ricevuto una borsa di studio per i Seminari Estivi di Nuoro Jazz, diretti da Paolo Fresu, che le ha permesso di esibirsi a Time in Jazz e all’Harp Festival di Rio de Janeiro.
Sentite questa Close to youhttps://www.youtube.com/watch?v=5ApX_2zLV2U qui si stava per laureare ed era già chiaro dove stesse andando e con quale tenacia e arroganza positiva.
Ed oggi presenta dei progetti attuali: mistico, onirico,vero e se posso dire attraverso una palette di suoni che attinge dappertutto. Neanche riesco a creare un elenco completo di quello che percepisco, tra soluzioni metriche o ritmiche, poi gli arrangiamenti,le armonie così pure,che non cercano artefatti, i suoi discorsi scorrono spontanei, giusti. Ed è proprio quello che sentiamo dentro. Lei tira fuori “Noi” , ci sentiamo colpiti, ci mette davanti alle nostre emozioni reali. Per quanto oscure possano essere…
Ecco ascoltate questo disco che io ho trovato illuminante Spira (2023)https://youtu.be/MszWj039ZvA?si=LfR7LbFvE6B–6-4 che è l’album d’esordio della cantautrice: Ci troviamo davanti un’opera che sfida le convenzioni musicali. Pubblicato il 14 aprile 2023 da Tanca Records, etichetta fondata da Iosonouncane, che ne cura anche la produzione, Spira si è aggiudicato il Premio Tenco come Migliore Opera Prima del 2023
La voce di Daniela è onesta: un richiamo, un lamento… e poi una luce, una carezza nella disperazione.Per quanto doloroso questo mondo raccontato nei diversi brani dell’album, ci ritroviamo al sicuro nel colore del suo timbro caldo, intenso, autentico. Sì, le mie amiche cantanti diranno vabbè, ma questo strascicarsi e trascinarsi, toccare i suoni con questa leggera sofferenza, sporcarli… è così simile al canto sentito oggi in generi pop,o indie e rock, ma Daniela dentro ha molto altro: vediamo il contesto in cui questi suoni sono usati, e l’insieme, le parole che usa e come! Ed ecco allora un quadro strabiliante, unico,che sa di nuovo!
La musica si allontana da quel che va di “moda”oggi,ma allo stesso ingloba suoni… e Daniela racconta la sua storia. – Potrete dire in certi momenti…ma si, è simile ad Elisa anzi no…Bjork, Aurora? No,no…c’è un po’del canto tradizionale sardo…quella lì,come si chiama? Eh, oh!! Si chiama Daniela Pes e questo suo mondo è unico e originale: va ascoltato per capirlo!
Soprano intenso, leggero, spericolata direttamente dalla Sicilia, Daniela Spalletta si avvicina alla musica fin da bambina “Perchè da piccola aveva sempre voglia di cantare” e inizia a studiare canto a 14 anni. E prosegue contemporaneamente all’università con il corso di Canto Lirico presso l’Istituto Musicale “V. Bellini” di Caltanissetta. Ma Daniela da come si puo’ ascoltare nei suoi concerti,non ha solo la preparazione della “musica classica”ma una vera ossessione per il canto e le sue verità, dall’estrosità del gioco barocco alla sacralità di canti antichi; tutto rientra nelle sue corde…le piace il concetto di esplorare, giocare con quel suo bellissimo strumento che glielo consente benissimo! Che poesia! Ascoltate qui: https://www.youtube.com/watch?v=AVq_Z5UuGgQ
Ma se vogliamo sentire l’arte dello scat questa collaborazione ci da molto materiale per gasarci: in pratica una lezione di musicalità D Birth (feat. Urban Fabula) https://youtu.be/uklYgAHpHXw?si=g7cVAu0fvcZ6gPvf
Successivamente, si laurea in Canto Jazz con il massimo dei voti, Menzione e Bacio Accademico presso il Conservatorio “V. Bellini” di Palermo. Ma è attenta a tutto,blues,soul, pop, rock, folk…insomma tutto quello che la emoziona, e le comunica qualcosa che anche lei deve comunicare. Nella sua bio si legge che: “Ha studiato con importanti musicisti come Giovanni Mazzarino, Rosalba Bentivoglio e Vito Giordano, partecipando anche a seminari con artisti del calibro di Steve Swallow e Maria Pia De Vito.” E queste esperienze si sentono tutte, sentite qui questo brano….But not for me https://youtu.be/njSkCGEuQkg?si=zVyMja2iVso76roe
Daniela ha collaborato con artisti di rilievo come Gegè Telesforo, Enrico Intra, Fabrizio Bosso, Max Ionata e Seamus Blake. Nel 2019 si è classificata al secondo posto al prestigioso “Sarah Vaughan International Jazz Vocal Competition” negli Stati Uniti.
Ecco ascoltate qui questa botta di vita: Il Mondo in Testa con Gegè Telesforo…anche noi ora abbiamo ora un mondo poliritmico in testa o no?!? E’un inno! https://www.youtube.com/watch?v=qBp4jQHTdz0
Oltre all’attività artistica, Daniela è anche docente di Canto Jazz presso diversi conservatori italiani, tra cui l’Istituto Superiore di Studi Musicali “Arturo Toscanini” di Ribera, il Conservatorio “F. Torrefranca” di Vibo Valentia e il Conservatorio “G. Tartini” di Trieste.
Daniela ha pubblicato tre album da leader:
D/Birth (2015)
Sikania (2017), con testi in lingua siciliana
Per Aspera ad Astra (2021), inserito tra i “100 Greatest Jazz Albums” dalla rivista Jazzit.
Altre info qui
Per approfondire la sua musica e i suoi progetti, il sito ufficiale: danielaspalletta.it
Paola Luffarelli è una chitarrista, compositrice e cantante brianzola, ha studiato presso il Conservatorio Luca Marenzio di Brescia ed è stata una delle pioniere e beniamine che dagli anni 90 arricchiva la vita musicale dell’area di Milano e dintorni, quando ancora si poteva suonare in giro (senza troppe paranoie economiche ) e c’erano festival e locali e ricchezza culturale viva e vegeta. Una cantante dalla voce decisa, corposa, capace di ottima estensione vocale e un tecnica rilevante. Una mente che con altre cantanti italiane Jazz dell’area milanese ( vi avevo parlato di Daniela Panetta no? leggete l’altro articolo allora!) hanno realizzato progetti interessanti che sperimentando senza paura,rendevano viva la scena musicale italiana. Paola è anche la voce dell’ensemble “Vocaland” (info ->https://www.facebook.com/PaolaLuffarelliVocal andEnsemble/?locale=it_IT La sua scrittura, il suo vivo mondo poetico incontra nel Jazz la massima libertà di espressione. In quest’album Nothing to Lose del 2014 include sia brani del Vocaland ensamble che standard che hanno accesso la fantasia e la creatività di questa incredibile compositrice che non si stanca mai di esplorare e rielaborare scrivendo poi sia in italiano che inglese. Certo alcuni brani possono risultare difficili per alcuni dei miei lettori legati al pop e alla canzone cantautoriale, quindi dicamo così, che sono abituati a composizioni armonicamente lineari… o “quasi prevedibili” come possono essere gli Standard Jazz suonati mille volte in jam session….mentre quello che di particolare fa Paola e viaggiare letteralmente nell’armonia e nei generi, nelle parole. Per esempio ecco un brano che per caso ho scoperto durante un mio viaggio in Calabria l’anno scorso, mi ha ricordato la varietà e il mistero del cielo all’orizzonte appunto l’effetto chiamato Fata Morganahttps://youtu.be/63NFM9r9u2g?si=QBag1RROr23iZE7x
Paola dice in una intervista (di Carmela Tandurella, Giugno 2015) : “Ma a mio parere oggi il Jazz è da intendersi come sintesi di generi, ricerca di un linguaggio personale e di un rapporto elastico e complementare tra improvvisazione e scrittura.” Ed è questo che voglio presentarvi con questo articolo oggi. Il Jazz come musica che mangia tutti i generi esistenti e si reinventa perchè personale. Soggettiva. Che respira e si manifesta in base al musicista. Ascoltate questa ballad Spanish Moonhttps://youtu.be/eLK9htnAO0k?si=3fZsyTegVUmHvy7L
L’album che include brani come “Spanish Moon”, “Esclusivo e necessario” e “Caravan” è un album che accende con entusiasmo la voglia di divertirsi e sognare. Ogni brano che sentirete saranno acrobazie melodiche-armoniche e ritmiche, in brani che come obiettivo hanno divertire con la varietà dell’inaspettato, quel brivido che solo il jazz con i suoi ritmi che mescolano e passano dalla bossa-nova, all’afro, al latin …e anche ammiccanti al tango regala momenti di vita travolgenti e….”Inaferrabili”https://youtu.be/Wjxu717vcbE?si=O0CyAgVK61bHgnvu.
Bando alle ciance, stasera potete rilassarvi così…un buon chai the e…la decisa voce di Paola con l’estro improvvisativo della sua band.