Letizia Gambi è una delle interpreti e cantautrici più interessanti della scena Jazz contemporanea, capace di coniugare l’anima mediterranea con le radici afroamericane del Jazz. Dal melting Pot della musica italiana ovvero Napoli (la culla della sperimentazione, della libertà musicale ) con una formazione multidisciplinare che spazia dalla danza alla pittura, dalla recitazione al canto, ha saputo trasformare la sua identità artistica in un ponte tra culture, suoni e lingue diverse. Iniziamo dall’ascolto di questo Album dove c’è una divertentissima versione di Sweet Georgia Brown, che rende subito l’idea :
La sua vocalità è intensa , con un timbro caldo e avvolgente che può ricordare, a tratti alcune sfumature di artisti come Céu o Noa – artiste capaci di raccontare il proprio mondo interiore e culturale attraverso il canto. In altre parole è un risultato interessante della storia della vocalità Jazz e della musica leggera contemporanea, che a tratti ha momenti di belting alla Dianne Reeves, a volte e candida come i colori che ho percepito in Ada Montellanico e a volte forte ed intensa come la voce di Maria Pia de Vito…tutto questo assieme alla sua personalità! Letizia si accende quando riprende lo stile napoletano, destreggiandosi tra un timbro caldo, elegante,e pulito, ma anche audace nella sua intesità come quando serve farsi sentire. Non serve scat in questo caso. La sua è una forte identità “mediterranea” e basta a raccontare il suo mondo che crea fusione tra generi e lingue.
Il suo debutto internazionale è avvenuto grazie a quello che a noi comuni mortali suona mistico, e cioè l’incontro con il batterista e produttore Lenny White (Chick Corea, Stanley Clarke), che ha prodotto il suo primo album Introducing Letizia Gambi (2012), con ospiti del calibro di Ron Carter e Gato Barbieri. Lo trovate qui: https://open.spotify.com/intl-it/album/2IGrRTFPDQRHIjDFYmWeWC?si=z84wdyb4T1ym3AHETAerog
Il secondo lavoro, Blue Monday (2016),lo trovate qui: https://youtu.be/E97q-81cFMc?si=57HmT52n-TDgfZ2X e noterete dalla varietà dei titoli dei brani come possa essere esuberante la sua idea di musica. Letizia, prosegue poi esplorando brani originali di cui è autrice, e canzoni italiane e napoletane reinterpretate con gusto contemporaneo, anche lavorando su adattamenti linguistici ben studiati e interessanti: sentite queste versioni in inglese di Tu di na Cosa Grande https://www.youtube.com/watch?v=d1Y10nnhrWU o di E Penso a Te, del nostro caro Battisti eseguito al Blue note https://www.youtube.com/watch?v=1XEEaMhU6r4
Non è un’impresa facile, considerando la musicalità e la metrica della nostra lingua, ma Letizia riesce a renderla fluida e naturale, dimostrando che il jazz può parlare anche italiano senza perdere il groove, sentite questo Munasterio E’Santa Chiara mixed con In a sentimental moodhttps://open.spotify.com/intl-it/track/1ZxDCdOXC97BplZkFyVaIY
Nonostante una perdita improvvisa dell’udito all’orecchio destro nel 2009, ha continuato con determinazione la sua carriera, esibendosi in festival internazionali e fondando nel 2018 il progetto “Letizia Gambi in 3D”, un ensemble tutto al femminile volto a valorizzare le musiciste donne nel jazz.
Il suo percorso resta in pieno fermento creativo, quest’estate è dedicata alla realizzazione del prossimo lavoro (sarà in studio di registrazione a New York).
Infine, Letizia Gambi è una voce da approfondire: colta, sincera e capace di raccontare storie attraverso mondi diversi – dal Vesuvio a New York…da Partenope a Miami – sempre con eleganza e passione, da ascoltare con un buon bicchiere di vino, rilassandosi dopo una nevrotica giornata di lavoro.
Paola Luffarelli è una chitarrista, compositrice e cantante brianzola, ha studiato presso il Conservatorio Luca Marenzio di Brescia ed è stata una delle pioniere e beniamine che dagli anni 90 arricchiva la vita musicale dell’area di Milano e dintorni, quando ancora si poteva suonare in giro (senza troppe paranoie economiche ) e c’erano festival e locali e ricchezza culturale viva e vegeta. Una cantante dalla voce decisa, corposa, capace di ottima estensione vocale e un tecnica rilevante. Una mente che con altre cantanti italiane Jazz dell’area milanese ( vi avevo parlato di Daniela Panetta no? leggete l’altro articolo allora!) hanno realizzato progetti interessanti che sperimentando senza paura,rendevano viva la scena musicale italiana. Paola è anche la voce dell’ensemble “Vocaland” (info ->https://www.facebook.com/PaolaLuffarelliVocal andEnsemble/?locale=it_IT La sua scrittura, il suo vivo mondo poetico incontra nel Jazz la massima libertà di espressione. In quest’album Nothing to Lose del 2014 include sia brani del Vocaland ensamble che standard che hanno accesso la fantasia e la creatività di questa incredibile compositrice che non si stanca mai di esplorare e rielaborare scrivendo poi sia in italiano che inglese. Certo alcuni brani possono risultare difficili per alcuni dei miei lettori legati al pop e alla canzone cantautoriale, quindi dicamo così, che sono abituati a composizioni armonicamente lineari… o “quasi prevedibili” come possono essere gli Standard Jazz suonati mille volte in jam session….mentre quello che di particolare fa Paola e viaggiare letteralmente nell’armonia e nei generi, nelle parole. Per esempio ecco un brano che per caso ho scoperto durante un mio viaggio in Calabria l’anno scorso, mi ha ricordato la varietà e il mistero del cielo all’orizzonte appunto l’effetto chiamato Fata Morganahttps://youtu.be/63NFM9r9u2g?si=QBag1RROr23iZE7x
Paola dice in una intervista (di Carmela Tandurella, Giugno 2015) : “Ma a mio parere oggi il Jazz è da intendersi come sintesi di generi, ricerca di un linguaggio personale e di un rapporto elastico e complementare tra improvvisazione e scrittura.” Ed è questo che voglio presentarvi con questo articolo oggi. Il Jazz come musica che mangia tutti i generi esistenti e si reinventa perchè personale. Soggettiva. Che respira e si manifesta in base al musicista. Ascoltate questa ballad Spanish Moonhttps://youtu.be/eLK9htnAO0k?si=3fZsyTegVUmHvy7L
L’album che include brani come “Spanish Moon”, “Esclusivo e necessario” e “Caravan” è un album che accende con entusiasmo la voglia di divertirsi e sognare. Ogni brano che sentirete saranno acrobazie melodiche-armoniche e ritmiche, in brani che come obiettivo hanno divertire con la varietà dell’inaspettato, quel brivido che solo il jazz con i suoi ritmi che mescolano e passano dalla bossa-nova, all’afro, al latin …e anche ammiccanti al tango regala momenti di vita travolgenti e….”Inaferrabili”https://youtu.be/Wjxu717vcbE?si=O0CyAgVK61bHgnvu.
Bando alle ciance, stasera potete rilassarvi così…un buon chai the e…la decisa voce di Paola con l’estro improvvisativo della sua band.
Simona De Rosa è una cantante Jazz italiana originaria di Napoli, nota per la sua voce raffinata e la capacità di connettersi emotivamente con il pubblico e abbracciare con la sua musica culture e paesi di tutto il mondo.
Fin da bambina, Simona ha mostrato il suo talento musicale, iniziando a suonare il pianoforte a 10 anni. Durante l’adolescenza, si è appassionata al canto, esplorando generi diversi, dal classico al pop, fino a scoprire il jazz, che sarebbe diventato la sua grande passione. Ascoltate questa versione di Arrivederci, sentite come inizia il brano con dolcezza e una voce vellutata,e poi come cresce ed esplode in fuochi di artificio di colore e energia…e la band lo sente e la segue creando un’atmosfera di totale meraviglia! https://www.youtube.com/watch?v=Sw9f5R3BnDA&list=PLi-qLYHrMlFBAzD1RIdwYrvFpfMw9yF4h&index=4&ab_channel=PasqualeRenna
Nella sua Bio leggo che dopo una laurea in Scienze Geologiche all’Università Federico II di Napoli, Simona si è trasferita a New York per approfondire gli studi musicali. Qui ha completato un Master in Jazz Performance al Queens College nel 2014 e ha conquistato il pubblico con la sua prime esibizioni nella grande mela…ove lasciatemi vantare, io c’ero! E mi ha lasciato più di una volta a bocca aperta! Negli Stati Uniti ha quindi collaborato con musicisti di fama, esibendosi in contesti prestigiosi, come il Friars Club di Manhattan, su invito dell’attore e cantante Dominic Chianese.
Un’artista internazionale Simona ha raccolto successi in tutto il mondo, partecipando a concorsi internazionali e vincendo premi prestigiosi come il Big Band Jazz Competition 2010. Nel 2013, è stata scelta per esibirsi nei “Duke Ellington’s Sacred Concerts” al Colden Auditorium di New York.
vedete qui si sente il controllo di una voce collaudata coi i repertori Jazz più difficili…Simona sa cosa vuole e come vuole comunicarla. Davvero splendidi questi toni caldi, in pianissimo, le piccole inflessioni, gli abbelimenti, una voce che si riempe dolcemente di armoniche rendendo il timbro paradisiaco.
Nel 2023, ha intrapreso un tour in Polonia, presentando il suo album “Djenub”, un tributo alle culture del Sud geografico. un link per avere una idea generale https://www.youtube.com/watch?v=RApJQVkgHiY&ab_channel=SimonaDeRosa , qui la canzone che dà il titolo al brano “Djenub” https://open.spotify.com/intl-it/track/1OGr87FLp62QbNWKro12I6 E poi ascoltate qui. Ho scelto di farvi sentire questo brano malinconico e onesto, per farvi sentire le atmosfere intense…chi di voi non si rende conto di avere un’anima stanca?
Simona ha anche vissuto a Pechino, diversi anni e qui ha avuto modo di esplorare nuove sonorità e collaborare con artisti internazionali. Trovate qui una playlist di collaborazioni oltre oceano e non solo…canta anche in cinese: e riempie di tenerezza, e colore e poi potenza questa lingua a noi sconosciuta ma se pronunciata da lei è così emozionante che non importa conoscere il significato https://www.youtube.com/watch?v=CTWvmWHl0p4&list=PLi-qLYHrMlFBAzD1RIdwYrvFpfMw9yF4h&ab_channel=DangXuanLung
Simona è anche un’educatrice appassionata, portando il suo stile unico – una fusione di belcanto e jazz moderno – in scuole e accademie sia negli USA che in Cina e Europa…pensate un po’quanto è avventurosa la nostra Simona! Daltronde per me la sua tecnica canora è ottima,non darò dettagli tecnici sul sostegno o l’appoggio ecc…ma sentirete chiaramente che la sua voce è briosa, irriverente, spericolata e anche profondamente emozionante. Esempi svariati tra i suoi album di Jazz Standard: Waves e My travel ad esempio.
Nel tempo Simona ha realizzato inoltre diverse Jazz Vocal Masterclass,nel 2023 e 2024 leggo di ulteriori importanti collaborazioni con alcune scuole in Europa, passando anche da Almaty, Kazakistan arrichendo ancora di più il suo universo sonoro.
Insomma ovunque vada questa ragazza è un vulcano di energia e buona musica. Non perdetevela se passa dalla vostra città, vi assicuro un concerto che diverte, arricchisce, e …che scaccia i pensier’!!
Per apprezzare il talento di Simona De Rosa, potete guardare una delle sue esibizioni dal vivo al Jazz at Lincoln Center:
O andare su uno dei suoi canali essendo presente anache su Simona De Rosa Spotify ricordatevi di aggiungerla alla vostra playlist personale, dalle Ballads al Uptempo è… tutta una meraviglia!
Cominciavo a rinunciarci poi finalmente una buona notizia. Esiste una Jam Session in stile newyorkese qui a Milano, proprio per le cantanti Jazz! Sia professioniste che amatoriali, studentesse e appassionate. Con gioia vi racconto che è finalmente successo, e ho potuto cantarci anche io.
Milano, con la sua diversificata e vibrante scena culturale ospita una volta al mese un evento imperdibile per chi come me è alla ricerca di voci nuove del mondo variegato del Jazz: “Vociferando- in a Jamming vocal mood”. Questo evento è uno showcase,una possibilità, un momento di condivisione per musicisti e cantanti fondamentale e necessario a mio parere… che si sviluppa come concerto e Jam session per cantanti Jazz che celebra la diversità vocale e sonora, e che attira appassionati di musica e curiosi desiderosi di esplorare l’avventuroso mondo dell’improvvisazione Jazzistica, ma non solo!
L’ultimo evento si è tenuto il 12 maggio 2024 in una delle particolarissime location informali e suggestive di Milano, Il “Rob de Matt”. L’ambiente è stato perfetto per creare un’atmosfera informale,divertente, accogliente. Le luci soffuse, il giardino e l’acustica eccellente hanno contribuito a rendere l’esperienza ancora più magica.
Le performance di “Vociferando” hanno spaziato da esibizioni di cantanti emergenti a veterane del panorama musicale. Ogni artista ha portato sul palco la propria unicità, offrendo al pubblico una vasta gamma di generi e stili vocali. Un momento saliente della serata è stata l’esibizione di Paola Luffarelli, che ha incantato tutti con una voce intensa un repertorio che viaggiava dallo swing esaltante di Pretty Eyes alle ballad più emozionanti, brani come SkyLark, Blue in green e Soaring (Lotus Blossom) di Judy Niemack. Insieme a lei tre meravigliosi musicisti quali Fabrizio Bernasconi, Marco Gamba e Alessio Pacifico.
A seguire la Jam session dove fantastiche voci del panorama milanese si sono susseguite in un gioco musicale via via sempre più difficile:da Claudia Bernath a Margherita Fossati, a Clouzot Clementi e Laura Fedele per concludere con le indimenticabili performance di Daniela Panetta ed Eleonora D’Ettole le organizzatrici dell’evento.
Queste ragazze sanno cos’ è lasciarsi andare e godere ogni istante dell’improvvisazione vocale. Spaziando nel repertorio Jazz classico, swing, bossa, latin, funky… e ravvivandolo ognuna con la sua personalità. Quale scuola di musica può essere una Jam Session. Quale momento di condivisione e comunicazione può essere una Jam Session!
L’organizzazione dell’evento è stata impeccabile, gestita da Daniela Panetta e Eleonora D’Ettole. L’accesso alla venue era ben gestito, e il personale si è dimostrato cordiale e disponibile ma si sa passare una serata al Rob de Matt è come stare in famiglia.
Il pubblico di “Vociferando” era variegato e entusiasta. L’interazione tra gli artisti e i partecipanti ha aggiunto un ulteriore livello di coinvolgimento. Gli spettatori hanno apprezzato la possibilità di avvicinarsi agli artisti durante le pause, creando un senso di comunità e condivisione. “Vociferando” si è rivelato un evento straordinario, capace di unire persone attraverso la potenza della voce e della musica. Milano, ancora una volta, si conferma una città all’avanguardia nel promuovere eventi culturali di alta qualità. Non vediamo l’ora della prossima serata del “Vociferando Jazz Collective” : il 23 Giugno e il 12 Luglio, aspettando di assistere a nuove scoperte e talenti emergenti e raccontarvi più nel dettaglio…a Presto.
Claudia Bernath è una voce che ho scoperto grazie a una serata del 2024 di Vociferando, un progetto che nell’area di Milano, offre sempre incontri con voci interessanti, cantanti preparate e originali, mai noiose. Claudia porta con sé uno swing elegante, frizzante quando serve e dolce quando interpreta ballate. Dotata di un timbro particolare, dolce ma deciso, caldo un po’ mi ricorda Peggy Lee, ha iniziato presto a cantare, maturando lunga esperienza nei gruppi a cappella e gospel, tra cui il suo ruolo di contralto ne “The Five” dal 2008. Parallelamente, ha lavorato come vocalist e autrice di testi in studi di registrazione a Milano, contribuendo a progetti musicali e jingle pubblicitari per marchi come Nescafé, Giulietta e Fiat 500.
Claudia oggi guida il suo quartetto Jazz, che propone un repertorio eclettico: bossa nova, swing, ma anche gioielli della canzone italiana dagli anni ’40 a oggi. Vi invito ad ascoltare la sua “Cheek to Cheek” (https://www.youtube.com/watch?v=kM7SARIDqIY ): sentite che bello swing, divertente, libero e potete sentire in questo live, come Claudia si conservi elastica sul tempo,con un groove speciale che danza sulle note con naturalezza! Oppure ascoltate qui, lasciatevi trasportare da “In cerca di te” (https://www.youtube.com/watch?v=Cn2Y1CtlP2M), dove Claudia inserisce un frizzante stacchetto di “Salt Peanuts” di Dizzy Gillespie: un piccolo gioiello per chi ama il jazz contaminato con la tradizione italiana. E non solo: nella stessa traccia troverete anche citazioni da Tico Tico!
Una vera perla nascosta è “La Felicità” (link youtube ), qui sempre in una performance live, e ancora nella ballad “After You’ve Gone” (link youtube) si può assaporare la morbidezza della sua voce, vellutata e sognante. Claudia affronta tutto con grande naturalezza, interpretando i brani con e energia e creatività.
Se amate le voci autentiche, la raffinatezza dello swing, la contaminazione tra generi e il cuore che traspare da ogni nota, Claudia Bernath è un’artista da scoprire.
Nata nei vibranti colori dell’autunno milanese Daniela Panetta è una cantante che, ogni volta che si esibisce porta sul palco vivacità ed incanto, non solo attraverso i colori del suo stile, i capelli corvini e gli occhi ipnotici. Esplorando più a fondo la sua biografia, si rimane stupiti nel scoprire gli approfonditi studi compiuti e le varie esperienze e collaborazioni con artisti di fama nazionale e internazionale. Ascoltandola capirete la sua grande energia, il brio, la profondità del suo cuore a suo agio a ricamare con bellezza anche i più malinconici paesaggi sonori.
In breve, Daniela svolge attività concertistica dagli anni’90, dimostrando di trovarsi perfettamente a suo agio con diverse formazioni: musicando in duo, trii, quartetti…ad esempio nel 1994 crea Vocaland con Paola Luffarelli, un quintetto di voci accompagnato da una sezione ritmica (intendo gli strumenti standard, basso, piano, batteria) …poi collabora anche con Big Band ed Orchestra sinfonica. Per iniziare i concerti con l’Orchestra Sinfonica G.Verdi di Milano in qualità di voce solista, e ricordo anche i due importantissimi concerti, Uno dedicato ai 50 anni sulla luna e unoalle musiche di Piazzolla(Diretti da Sandro Cerino) breve estratto qui https://www.youtube.com/watch?v=gwY3jC4utfk
Poi vorrei ascoltaste come gioca la sua voce in questa sua Mood Indigo di Duke Ellington e Barney Bigard https://www.youtube.com/watch?v=iccRpNbolio un brano calmo e lento, Piccola pillola storica: di sicuro avrete ascoltato almeno una volta nella vita; il brano del 1930 in origine era strumentale e fu Irving Mills a associarci le parole,sdoganando mille possibilità per il variopinto mondo delle cantanti. Un brano che, lasciato ad una voce che sa viaggiare e non teme di esplorare, diventa un’altra cosa; la sua voce è intensa, morbida, arriva alle orecchie con una energia folgorante. Vedete come il suo canto si sposa bene con l’orchestra? Sa come trasportarti altrove… La sua collaborazione con Sandro Cerino (sassofonista e compositore) inizia nel ‘92 quando le affida la realizzazione di brani musicali di sua composizione; è così che insieme iniziano una lunga collaborazione sia dal vivo che in studio di registrazione. L’album Ampio Respiro (2007), ci regala una serie di esperimenti vincenti,incredibili duetti, come questa canzone che io amo, the Shadow of your smile “pericolosamente” vivace https://www.youtube.com/watch?v=u622shLrKeQ. Brani registrati a coronare secondo me decenni di progetti e incontri. Che dire poi di questa ammaliante Love for salehttps://open.spotify.com/intl-it/track/2vh8EZVL169QLTcpfDSftq?si=1a9881fe7ba0423c Dovete ragionare pensando che sono brani eseguiti in duo, quindi per coloro che ascoltano solo la musica della radio potrebbe sembrare azzardato e strano, ma ascoltate come si incontrano, si supportano bene i loro suoni? Facciamo attenzione, ecco,ascoltate il ritmo che cresce? L’energia che sale e …boom, viene voglia di cantare con lei e magari… fare due salti! Ma Daniela è così: fantasiosa,ricca, musicalmente “elettrica” direi, ascoltate qui Parker’s Madnesshttps://www.youtube.com/watch?v=it6g7doZ5iY lo “scat”che corre articolandosi in frasi vivaci…parla da solo! Poi altre atmosfere e magie collaborando sia come arrangiatrice che nella scrittura; suo il testo in inglese ne Il tema di Dany (musiche di Cerino) link al brano https://www.youtube.com/watch?v=yhMntNQlAIQ e per gli utenti Spotify, andate Qui Parla di amore, che con un dolce sogno ti risveglia, ma purtroppo a volte per paura lo si perde e lo si lascia andare, ecco i versi tradotti in italiano per voi:
Un sogno dolcissimo, forma un’ombra intorno a me. Dolci sorrisi, Gemiti dolci,non scacciare il sonno dagli occhi… Volano raggi di luna… Non potevo andare oltre e da lui mi sono nascosta, la gioia del mio profondo cuore. C’era un bambino addormentato… temuto, e tra le sue braccia lo portò lontano, tra i campi suonando il flauto; sotto un albero, il suono è tutto… adesso è… muto.
Giocando e prendendo in prestito un tema dal passato, se si può dire, è straordinaria questa rivisitazione del tema La Follia di A.Corelli a noi familiare (che qualcuno ricorderà anche tra i brani cantati in chiesa negli anni 90! ) ripresa come La follia del 3° Millenio: https://open.spotify.com/intl-it/track/22nZ5UMgP8po0KEUgVdYO4?si=14343e78352645dd perfetta rappresentazione proprio del momento storico che stiamo vivendo,pieno di “variazioni” eccezionali ed eventi inaspettati (e la testa corre alle guerre, a tutta la sofferenza che viviamo in questo periodo) però dove il dolce etereo suono del flauto incontra e cammina, passeggia, a volte danza proprio con la voce di Daniela. Sottolineando che non c’è un vero limite alla capacità di sognare, creare qualcosa di diverso e cambiare pagina… rivoltando e dando vita nuovamente persino ad un brano antico quasi quanto il mondo (Occidentale eh!)
Daniela poi si dedica anche alla musica d’autore lavorando con compositori quali Gaslini: Mr O, (1997) dove Opera e Jazz finalmente si incontrano e intrecciano suoni eterei ma allo stesso tempo sontuosi. Difficile ma direi senz’altro una sperimentazione contemporanea interessante. Poi per tutto il decennio incontra e realizza progetti di varia natura, anche sulla musica napoletana riadattata in Jazz e altre collaborazioni: 1996 – Fasi comunicanti (Modern Times) 1998 – En Voyage (con Paola Luffarelli, Caligola)
La ballad Here’s that rainy day ( che si trova nell’album Percorsi Obbligati-1999 altro album di collaborazioni) https://open.spotify.com/intl-it/track/6OwJzbAJgiJ7xvi1PCBwcT solitamente è quasi struggente, senza speranza, Daniela invece fa risaltare l’aspetto etereo della melodia,una speranza; creando una realtà che racconta di distanze e di delusioni sì, ma rimanendo luminoso, “leggero” come proprio il ricordo di una pioggia sottile, un amore lontano nel tempo e nel cuore ma comunque ancora caro. Oppure omaggi, come quello intenso dedicato a Billie Holiday del 2002 di cui potete leggere nella link in Bio sotto. Nuovo millennio, nuove collaborazioni ad iniziare da Paolo Conte che la chiama ad incidere come vocalist l’album Razmataz e a partecipare alla relativa tournée internazionale. Tra le collaborazioni vi invito ad ascoltare questa deliziosa chicca che ho trovato Moon Riverhttps://www.youtube.com/watch?v=f1N95rANR1A e questa emozionate No potho Reposare (Chordless Duo).
Del 2006 è invece il brano Un soffio soltanto assieme al pianista e compositore Gianmario Liuni https://www.youtube.com/watch?v=AeV0VcZdlbc&list=OLAK5uy_nK8H2tKbUETy3HLmOD63VVFiYiKUMq6QU&index=5&ab_channel=GianmarioLiuniTrio-Topic distaccato,etereo come non mai, vicino ad emozioni che semplicemente spesso teniamo nascoste. Leggo di altre collaborazioni e album: 2002 – Grief in New York (con Domenico Lafasciano, VideoRadio) 2003 – Reveries (con Paolo Conte, CGD) 2003 – Testimone (con Massimo Priviero, XYM) 2003 – Indaco e sabbia (con Roberto Durkovic, Storie di note) 2003 – Pienezza (con Ta Matete Living Music, Art’è) 2006 – Scimmie 25 anni (Pubblicazioni Edel) 2007 – Schegge (con Ivano Malcotti e Sandro Cerino, Edizioni Curci –Vi invito ad approfondire tramite le piattaforme su internet –
Nel campo dell’insegnamento, ha svolto attività didattiche sia privata che pubblica. Per circa 12 anni, ha insegnato a Spoleto presso i corsi estivi di Vocal Jazz organizzati da Art Simposia of New York, avendo l’onore di assistere Michele Hendricks. Inoltre, ha avuto l’opportunità di essere vocal coach del cantante dei Red Hot Chili Peppers. Attualmente, ricopre ruoli presso diverse istituzioni, tra cui l’AICI – Associazione Insegnanti di Canto Italiana, dove svolge il ruolo di Responsabile per le relazioni internazionali. Collabora anche con Musica in Lemine e Nuova Artec, nonché con la MAM (Musical Academy Milano) presso il Teatro Nazionale. È anche formatrice di docenti nazionali al corso “LE 150 ORE” per Insegnanti di Canto, un programma da lei stesso ideato insieme a Giuseppina Cortesi e Silvia Magnani. Inoltre, Daniela ha tenuto una serie di lezioni online: Sete di Voce, focalizzate sulla tecnica vocale e sull’interpretazione. Ha anche pubblicato due testi molto interessanti, uno dei due raccoglie appunto il costo fatto online. Sono testi che consiglio vivamente di leggere se siete, come me, appassionati di canto o studenti in cerca di approfondimenti. Questi libri integrano gli studi, chiariscono concetti e,contribuiscono a mettere ordine e ispirano la ricerca.
“I think the only way to learn is to be obsessed” e si sente…nel senso di Feeling…
Norma Winstone, con la sua voce eterea e la sua capacità di trasportare l’ascoltatore in un viaggio emozionale attraverso il jazz, si conferma come una delle voci più influenti e iconiche del panorama jazz europeo.
Ha iniziato come tante, perdendosi tra le note e i colori di Ella Fitzgerald e perdendosi tra le armonie del pianista Oscar Peterson. Maturando gusto e swing con equilibrio.
Per conoscerla, per iniziare a capire vi consiglio l’ascolto di questo standard dove bisogna essere delicati, assaporando la malinconia dell’amore “I loves you Porgie” https://open.spotify.com/intl-it/track/5JuynDUgSFwGcMwI6NLJMj?si=1996df2a2c264e0a sentite ogni nota, ogni parola, come attacca i suoni… Sentite come risaltano chiaramente suono e parole?
In questo brano “Just Sometimes”, con i riferimenti alle armonie del brano “How insesitive” (ma d’accordo è una progressione facilmente riproponibile..)è una delizia… la differenza è che qui c’è qualcosa di luminoso… ad un certo punto ascoltate…(album Stories yet to tell) https://open.spotify.com/intl-it/track/7HJTwroPCxUiDHdkZLHUeY?si=96a700cc8f3e4e7a non è un balsamo sul cuore? La sua produzione ecco, è caratterizzata da una profonda sensibilità interpretativa, incanta l’udito con la sua fusione di melodia e improvvisazione. Winstone non solo canta le note, ma le trasforma in emozioni tangibili, guidando l’ascoltatore attraverso paesaggi sonori ricchi di sfumature e sfaccettature.
La sua abilità nel comunicare attraverso la musica è evidente in ogni traccia, dove la sua voce si fonde in armonia con gli strumenti, creando un’esperienza coinvolgente e avvincente per chiunque ascolti. La sua interpretazione delle parole è magistrale, trasmettendo profondità emotiva e intelligenza musicale.
Facile infatti ritrovarla a fare brani diversi, per esempio di abili songwriters, rivisitandoli come solo lei sa fare: ascoltate questa di Nick Drake https://www.youtube.com/watch?v=6HiSZp956BY “Time Of No Reply ” ma l’ho”beccata” che ha eseguito brani di her majesty Joni Mitchell, Paul Simon, Paul McCartney…
Ovviamente poi sapete che le cantanti jazz si offrono a volte come “strumento”? facendo dei semplici suoni,senza parole, ecco vedete vengono pensate come se fossero dei sax o delle trombe o flauti…quindi diventano prorio uno strumento… un po’come sentite nei brani dei film,come fa Morricone. Ecco qui un esempio dove c’è tutto: calma, crescendi,lentezza, ritmo più insistente, si tratta di “Part 6 – Consolation” un brano dall’album con Kenny Wheeler https://open.spotify.com/intl-it/track/0sobAtRV024F2NOm1KDo2m?si=24444bdca9434d73 Music for large and small ensamblehttps://open.spotify.com/intl-it/album/0Az6fSfHF423PVLvqitrWz?si=ms93b2YPQt-sriYwPf2MgQ a farvi capire le possibilità che una voce ha quando si occupa di Jazz. Proprio pura libertà
Con una carriera così ricca di esperienze e collaborazioni con alcuni dei più grandi nomi del jazz, Norma Winstone continua a stupire e ad ispirare con la sua arte. Il suo contributo al mondo della musica non può essere sottovalutato; è una vera e propria leggenda vivente del jazz.
L’ultimo lavoro di Norma Winstone https://open.spotify.com/intl-it/album/3Z6vu0x5w1bGT8bzfg6Gya il suo ” Descansado- Songs for films”, il suo “Riposo” , un’opera che cattura l’anima del jazz, brani da “Il postino,” “Malena” “Amarcord” “Romeo and Juliet” oppure da “Ieri,Oggi,Domani”offreno un viaggio musicale che lascia un’impronta indelebile nel cuore di chiunque lo ascolti. Brani di svariata derivazione…è imperdibile per gli amanti della buona musica e un tributo alla maestria di una delle voci più iconiche del nostro tempo.
2006 – It’s Later Than You Think (con la NDR Big Band)
2006 – Children of Time (con Michael Garrick)
2007 – Amoroso… ..Only More So (con Stan Tracey)
2008 – Distances
2009 – Yet Another Spring (con Michael Garrick)
2010 – Stories Yet to Tell
2013 – Mirrors (con Kenny Wheeler)
2014 – Dance Without Answer
2018 – Descansado: Songs for Films
Album dal vivo
1985 – Live at Roncella Jonica (con Kenny Wheeler)
Nel 1987 ha pubblicato l’album Somewhere Called Home, considerato un classico della musica jazz britannica. Nel 2001 ha vinto un BBC Jazz Award[4] e nel 2007 è diventata Membro dell’Impero Britannico per i suoi contributi in ambito musicale. Nel 2013 è stata riconosciuta dalla Royal Academy of Music[5] e due anni più tardi dalla Ivors Academy.(cit.Wikipedia)
Oggi è una giornata così, un po’ calda per essere Febbraio e inizio a immaginare come sarà da adesso in poi la vita a con questo clima caldo. Il cappotto di mia madre, di gran marca, ereditato con tanto amore, non servirà più immagino,tra qualche anno, spero più in là possibile…ma oggi pensavo, sono così figa vestita così,pantaloni di lana larghi, stivale, maglioncino aderente-collo alto e questo enorme cappotto che mi abbraccia come mia madre e consola. Cosa potrei ascoltare per accompagnare questo momento? Queste ore..? Scrollando la lista su Spotify mi capita questa meravigliosa voce, calda, che abbraccia proprio come fa questo cappotto…ecco Martina daSilva, https://open.spotify.com/intl-it/track/4Cm4CKQCpa8DMijiUlkCh5?si=8b4f9ff91fda4ecd
Questa canzone si chiama My Universe, e sembra di essere in paradiso! Timbro scuro e caldo, ma pronuncia del testo cristallina, pulita, intensa. Avendo ascoltato lei solitamente in brani Bossa, o attraverso la Post Modern Juke Box, non avevo inteso che avesse poi ineffetti prodotto altro. Già con quelle formazioni e in quel progetto aveva dato idea della sua bravura…ma questo brano mi ha spiazzato. Ditemi voi se non è così?!
Ma parliamo un po’di lei, Martina DaSilva è una cantante ma anche abbastanza sveglia da essere compositrice e arrangiatrice Jazz. E il fatto che dobbiamo farlo tutte prima o poi, non significa che uno ci riesca bene,ma lei, caspita, è fantastica, la sua musicalità è brillante. Resta semplice ma incisiva; soprende la pulizia, il calore dei suoi arrangiamenti, il brio. Sentite questo standard I cover the waterfronthttps://open.spotify.com/intl-it/track/5edoyW2w5uv5spVJOML1Tw?si=0f6ec09b414d459f come è dolce?Ma con quel tocco luminoso e fascinoso tipico del Jazz; così moderna nella consegna del testo e della sua metrica che solitamente risulta molto ripetitiva in questa canzone, bene lei riesce a trasformarla, diventa un suo vestito e c’è tutto:groove, sensualità, dolcezza e nostalgia. Questo non solo grazie al canto e al suo “stare sul tempo”, ma l’interplay con la band che la segue e, come lei, risultano molto ispirati.
Leggendo la sua bio (se volete approfondire https://en.wikipedia.org/wiki/Martina_DaSilva) vi informo che tra i progetti di questa newyorkese DOC, degna figlia di padre brasiliano e madre americana ( il soulsaudadico che esprime, viene da loro), è suo il progetto in duo “The Ladybugs” creata proprio nel 2013(mentre io rientravo da NY) ed è nata da una semplice idea, un duo che puo’tutto, senza considerare generi o messaggi intrinseci complicati, si canta quel che si vuole, che piace: ecco ascoltate questa magica versione When you wish upon a star https://www.youtube.com/watch?v=3vvYb9U1LPM e perdetevi nell’immensità dell’armonizzazione e dello sviluppo ritmico della canzone…che viaggio! Martina ha poi lavorato con vari artisti della scena contemporanea, come Jon Batiste, Postmodern Jukebox, le infuocatissime, groovose Gunhild Carling (una cantante e polistrumentista svedese, leader del gruppo musicale Jazz Gunhild Carling Swing Band) e Bria Skonberg(trombettista e cantante jazz canadese.) voglio dire guardate quanti dischi! Vi consiglio, per i vostri party/dinner,e momenti relax, gli album figli del periodo di clausura del Covid,chiamati Living Room (n.1,2,3…)
https://open.spotify.com/search/living%20room%20martina%20da%20silva dove incontrandosi con vari artisti della scena, raccoglie e riarrangia brani di diversa provenienza: non si può parlare di Jazz solamente …credo ad una certa, non puoi parlare di categorie, qui si fa Musica e basta! Si passa dal pop anni ’90 delle Spice Girls a brani top della bossa, del soul, anche dei mitici anni 50,60 ecc passando per canzoni di Natale ! Sorprendete gli amici a cena, meh !! Ma questa versione della mitica The sound of music (dal musical Tutti insieme appassionatamente) ?! https://www.youtube.com/watch?v=cXCeGbegwsQ Questa rivisitazione è interessante, trasporta in tutt’altro paesaggio sonoro e immaginativo, se chiudete gli occhi, non sono le colline di Julie…certo,non avrei mai pensato a questo tipo di approccio comunicativa con questo brano, da parte di nessuno, forse perchè Julie Andrews, un’icona, ha reso intoccabile questo brano…ma Martina come dico sempre io, se ne “sbatte” e crea qualcosa di suo e introspettivo e quindi poi si accede al meraviglioso. Martina vanta infine, partecipazioni a progetti anche teatrali e collaborazioni fuori dagli schemi della “cantante Jazz”, e quindi, per sognare con me in queste “calde giornate” di Febbraio…tra un carnevale e un san Valentino, vi invito ad approfondire voi, usando le varie piattaforme social per conoscerla meglio, e vedere live e avere info sui suoi concerti per ora solo in America. Buon ascolto.
Celia Kameni è una cantante francese di origine camerunense dalla creatività vivace, immagino grazie a quella che deve essere stata una full immersion ricevuta durante l’infanzia avendo il papà musicista,(influenze della musica africana e caraibica) e vivendo in un ambiente in cui musica classica, Jazz e soul convivevano. Anche lei ha approfondito studiando al conservatorio eh… Quindi come dicono alcuni “è una musicista a tutto tondo”! A guardare il film “La sirenetta” dove la storia musicale viene contestualizzata in chiave caraibica, mi sono ricordata che in effetti la musica di Celìa ha sonorità che corrono in quella direzione (… aiutiamo il nostro cervello musicale ad accostarci a questi progetti)…sentite questo reggae sul brano di Lianne La Havas Unstoppablehttps://www.youtube.com/watch?v=5mnG1e1SeaM Oggi partecipa a diversi progetti musicali come la big band Bigre! che combina sottilmente canzoni francesi e musica cubana, sentite ecco questo brano Mea Culpahttps://www.youtube.com/watch?v=rQIqmlfaf04 ascoltate la semplicità nel suo fraseggio, una voce ben sostenuta,controllo e risonanze ricca di colore, io direi quasi una voce “spessa”, molto espressiva. Mentre qui potete sentire le sfumature più leggere, dolci di una voce quasi sospirata ad esprimere la vertigine dell’amore C’est un vertige https://www.youtube.com/watch?v=8yy5ixlz7zE&list=OLAK5uy_nUZWuwDV1xrAg_gavleVk58jF2CFHgarg
Bigre & Célia Kameni – Le Temps de l’Amour
o la big band Amazing Keystone,che nel 2018 ha vinto i sondaggi del “gruppo dell’anno” francese e ha pubblicato We Love Ella, dove Celia con il suo suono suadente, avvolgente, caldo It ain’t necessarly so https://www.youtube.com/watch?v=w2doZXoKkm0
Infine, si è esibita nei migliori festival e teatri in quartetto con Alfio Origlio, Zaza Desiderio e Brice Berrer, https://www.youtube.com/watch?v=EKRIbBalNWg in cui ognuno dà libero sfogo alla propria creatività, attraverso improvvisazioni e interpretazioni di grandi classici provenienti dal soul, dal Jazz, dal pop e RnB.
Nel corso della sua carriera, ha avuto modo di incrociare e condividere il palco con musicisti dai nomi rinomati come Dee Dee Bridgewater, Sandra Nkake, Bireli Lagrène, Liz Mc Comb, Cécile Mc Lorin Salvant o Angèle e Ben l’Oncle Soul. E con artisti come Motel Club, Nu Guinea, Yusan …Artisti che riescono ad entrare in sintonia con lei, condividendo tematiche, visioni, estetica.
Credo che ognuno di noi abbia la spinta creativa che si merita, e questa non deve conoscere pigrizia però, altrimenti si resta immobili, e allora? Viaggio e ricerca! E “La Marvelous Ms Barbarito” sposa questa mia visione.
Camilla Barbarito è una cantante e performer milanese. Affonda le sue radici nello studio del canto (anche sperimentale) e nel teatro, in un contesto come la “realtà /melting pot” di Milano di questi ultimi 40 anni. Ha iniziato subito una carriera di viaggi&musica che ha stimolato la sua curiosità andando in Africa inzialmente, e poi ne è conseguita una ricerca “etnomusicologica” esplorando sonorità greche, balcaniche (e Rom), portoghesi, argentine … insomma oltre il Jazz; collaborando conseguentemente con diversi favolosi artisti italiani come Paolino Dalla Porta, Renata Ciaravino e Renato Gabrielli, etc… ed ensemble musicali variegati con partecipazioni di musici provenienti da mezzo mondo… e poi,porta avanti progetti sia teatrali ed educativi..partecipando attivamente alla vita cittadina. Dalla sua Bio si legge: Insieme a Fabio Marconi è direttrice artistica della rassegna musicale La Cura di Dioniso per Van-Ghè Ambulatorio d’Arte, Cantare Incantare Incontrarsi per Artepassante, e S’i’ fosse foco per Sciami Cromatici. Vi consiglio di approfondire dal suo sito per capirne la natura e alla bio per approfondire altre interessanti attività.
Ma allora perchè aggiungere un’artista come Camilla a questo blog di cantanti Jazz? Perchè non bisogna scordarsi che il Jazz è stato il La per abbracciare e capire la mescolanza di culture musicali diverse, d’altronde era la musica popolare dei primi anni del 900 a sua volta frutta di mescolanze italiane, francesi, africane. Quindi se sentiamo influenze jazzy/soul anni 50 in questa voce non ci possiamo stupire! In questo pezzo Camilla sposa bene la lezione di Mina sui pianissimi, dolci e raffinati, o suoni sforzati, cupi, sporcati da un dolore silenzioso e sottile, con tutto il riferimento stilistico dell’epoca si ma associato e affinato a suoni assolutamente moderni e raffinati https://www.youtube.com/watch?v=NUBNaWa0P6M&list=RDEMh_h7tCD65YT7N2LUY71JMA&start_radio=1 ah, e poi dico…improvvisa con il registro del fischio (spostati Mariah Carey ?!) forse ci ricorda un po’Rachelle Ferrell? No, ma è un’altro approccio completamente…inginocchiamoci dai,stop.
Ma dicevo, è anche vero che sentiamo l’influenza della musica africana che è alla base della musica Jazz no? E allora che succede se Camilla viaggia, impara la lezione e apporta alla nostra cultura quei ritmi e metri, mescolandolo con le altre? Ascoltate qui questi brani sempre parte della realizzazione del progetto Sentimento Popolare https://camillabarbaritofelmayrecords.bandcamp.com/album/sentimento-popolare-vol-2 che spazia appunto anche in altri “stili” come la musica balcanica e greca, al fado …poi, non individuo più un genere o stile, ad un certo punto è tutto troppo meravigliosamente mescolato proprio come la nostra società oggi. Vedete quanta bellezza musicale nell’ incontrare “l’altro” e ritrovarsi dalla stessa parte, con lo stesso proposito di denuncia sociale? Ascoltate questa Il Lamento di un Servo https://camillabarbaritofelmayrecords.bandcamp.com/track/lamento-di-un-servo
Per dirne un’altra, tra le cose che sognavo all’università era di riuscire a gestire la voce così bene da cantare qualsiasi cosa, fare sperimentazione vocale e approfittare della musica di altri paesi per raccontare la verità, il dolore, la vita di altri esseri umani che magari vivono gli stessi tormenti ma in altre latitudini, con lo scopo di guarire, alleggerire la vita. E Camilla fa questo. Ma va oltre! Trascende in alcuni brani, ascoltate questa Aria di Neve, con un pianoforte che rimembra l’800 romantico ma diventa contemporaneo nella voce che usa colori moderni https://www.youtube.com/watch?v=oSbGy5KVaoU sentite
Ho già inventato Mille parole nuove Per i tuoi occhi Più di mille canzoni nuove Che tu non canti mai
Davvero a tratti è tutto estremamente complesso nella forma ma semplice nella comprensione, nell’ascolto. La sua musica è spavalda, ma anche delicata e attenta, consolatrice…ad esempio, ascoltate che viaggio si compie in questa Notte Fondahttps://camillabarbaritofelmayrecords.bandcamp.com/track/notte-fonda
Dotata di profonda sensibilità nell’ascoltare, recepire è in grado di improvvisare in modo innovativo,ricco, articolato,misurato quando serve, e poi tecnicamente, nel mescolare registri e stili sa imitare gli strumenti,e anche suoni non umani (!!): la sua è una tecnica eccezionale, da trovare raramente…una grande estensione, un ottimo controllo del fiato nei suoni più gentili così come nei più grevi e arrabbiati. Sento una anima originale, qui, in questa mescolanza senza veli, o filtri sentite qui: I Mangues Then Iparhoun Pia https://www.youtube.com/watch?v=jkXyhz_LlMs&list=OLAK5uy_mVg8FRDD6E2OYtdAIdZXlQhoRN3QKgNsk&index=3 sempre col fine di raccontare una storia o sollevare pensieri e teste annoiate https://www.youtube.com/watch?v=wcUh_N_2pQE
Camilla è davvero un’artista dalle molteplici maschere pronta a raccontare le battaglie, le illusioni di questa società con tutti i suoi colori, dolori e gioie. E ha assorbito diversi stili e suoni in modo personale ed interessante, riuscendo ad amalgamare ritmi e modulazioni alla nostra lingua, usando la voce a volte in modo assertivo, dirompente, appassionato …ed ecco la sua esaltante Tango Negro https://www.youtube.com/watch?v=hThWz9s9jQM&list=OLAK5uy_mVg8FRDD6E2OYtdAIdZXlQhoRN3QKgNsk&index=6 e altre volte assolutamente delicato, e avvolgente…. Insomma ci si può perdere e approdando emotivamente i luoghi sconosciuti. Ecco un’ artista che riesce a inviare messaggi diversi, volti a farci riflettere su come sia importante accettare “l’altro “,il nuovo, ascoltate Niani Bagna https://youtu.be/sb7fdtSxkZ4?si=lwwBD-6CZJdkAQNb in queste città multiculturali bacino ormai di storie umane e musicali contrapposte,fragili e forti allo stesso tempo. Sentite il testo di questa versione cantata di Amarcord https://youtu.be/65MfQl2v0tE?si=7vg0rbyx-kaKfRbH Ecco dopo un suo concerto, intenso come un rito, credo che possiamo dire di sentirci arricchiti di umanità, e riscoperti nell’anima e nello spirito. In un suo disco hai modo di toccare i lati belli, quelli tragici, l’amore e la paura, la perdita e il desiderio…la realtà a volte amara, scomoda e a volte anche misteriosamente buffa.